Come le tecnologie influenzano la società
L’associazione «Fuoridalmediaevo» in collaborazione con l’assessorato alla cultura e con la biblioteca di Como, hanno promosso una mostra «I mezzi di comunicazione» con l’intenzione di dimostrare i loro effetti sulla nostra vita. L’associazione si propone di sviluppare e diffondere un pensiero critico nei confronti del modello di società proposto dai media. In coerenza con il messaggio dell'associazione, la mostra è stata realizzata scegliendo un modo di comunicare volutamente "antiquato": niente immagini né effetti speciali, bando alla multimedialità, il lettore è invitato a soffermarsi sul testo, che costituisce la linea guida dell’intero percorso. La sobria e lineare scrittura indirizzata alla comprensione di come le tecnologie influenzano la società, da sola non fa premio a quei processi mentali di discernimento che compongono il pensiero critico: comprendono processi di riflessioni con l’intento di formare un giudizio solido che riconcilia l’evidenza scientifica con il senso comune. Il pensiero critico trae informazione dall’osservazione, l’esperienza, il ragionamento o la comunicazione. Il pensiero critico si fonda sul tentativo di andare al di là della parzialità del singolo soggetto: i suoi valori fondamentali sono la chiarezza, l’accuratezza, la precisione, l’evidenza.
Una posizione regressiva, peraltro originale, voluta dall’allestimento scenico medievale, costringe ad una lettura che abbisogna almeno di un interlocutore che distragga ma non distolga: tale e tanto è l’interesse. E ancora da uno dei tabelloni leggo e rivedo: «…Una grande platea internazionale, una sorta di minoranza colta, legge e discute su come evitare la catastrofe ecologica, orientare verso l’equità sociale l’economia, difendere le libertà fondamentali, rilanciare la democrazia. Eppure, questo commentario critico non sembra aprire spiragli verso nuove ipotesi di organizzazione sociale, fatica a produrre minoranze in grado di indicare nuovi criteri di coerenza, stili di vita, politiche alternative praticabili: il risultato è che la consapevolezza critica rischia di alimentare una maggiore desolazione, il dissenso sembra in grado solamente di annotare un testo rispetto al quale non è dato di incidere realmente. Perché l’insoddisfazione e la critica non riescono ad alimentare un conflitto al livello dei problemi? Termini come “pensiero unico”, “colonizzazione dell’immaginario”, “società liquida”, “non luoghi”, “tempo reale” - beneficiati da grande successo negli ultimi anni - ci hanno spinti a focalizzare un disagio che potremmo interpretare anche attraverso la teoria del doppio vincolo di cui parlava Gregory Bateson».