Sa(n)remo tra vecchi e nuovi stereotipi - Reminiscenze ciaodarwiniane tra la compostezza e la giovialità di un'ironia tendenzialmente scontata.
L'impressione è che quest'anno si sia voluto conferire un taglio decisamente meno impegnativo alla manifestazione. Lo si percepisce fin dalle prime battute quando una Dolcenera quasi irriconoscibile si presenta sul palco con un look decisamente colorato e lo si ritrova in tutti gli artisti, non più soggetti al noto monolitismo baudiano.
E' ben riuscito, anche se a tratti pretenzioso, il tentativo di dare un'impronta culturale che possa sostituire quella proiettata sul sociale degli ultimi due festival;
Penoso il ricorso a certa ironia gratuita sul tema della omosessualità, vera o presunta tale, di improbabili complici, primo fra tutti il malcapitato Laurenti. Un tentativo, forse, di neutralizzare l'effetto Povia sul tema che in questa ottica risulta decisamente ridimensionato.
Reminiscenze Ciaodarwiniane si palesano nell'apparizione di statuarie bellezze tutte maschili che ogni sera si alternano sul palco per il piacere di tutti, ma anche qui l'insinuante accostamento bello-gay lascia un pò a desiderare.
Sempre d'effetto il buon vecchio Benigni.
Non manca, come ai vecchi tempi e da copione, il cavallo pazzo che per l'occasione è femmina e vestita di sola body art maculata.
Apprezzabile la scelta di condividere l'iniziativa Ce.R.S -
E bravo Bonolis...un pò troppo impostato forse, poco capace quando si tratta di arrivare al cuore di chi guarda, indelicato nel sottolineare l'appartenenza alla specie leporidae della sua consorte, ma fermo nel rivendicare il diritto alla libera espressione che caratterizza questa edizione e altrettanto abile nel leggere ogni singola parola pronunciata sul palco.