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Obbligo di Disinformazione

17/10/2003 70564 lettori
5 minuti

Come ogni stagione televisiva che si rispetti l’autunno porta sempre con se novità televisive insieme alle vecchie realtà consolidate. Quest’anno però si è verificato un fatto curioso, già presente forse nelle passate stagioni, ma sicuramente meno evidente: il miracolo della moltiplicazione delle trasmissioni giornalistiche.

Direte voi: un miglioramento della qualità della tv? Magari! Purtroppo da Rai1 a La7 è solamente un susseguirsi di qualunquismo e cattivo giornalismo. Ormai l’etica professionale è stata ribaltata: disinformare è d’obbligo!

Analizzando la questione a fondo si nota però una notevole varietà nei metodi utilizzati, si spazia infatti dalle tribune talk-show alle inchieste serie di grande spessore; insomma tutti i generi di informazione sono “spiattellati” sullo schermo.

Possiamo far partire il nostro tour dalle atterrenti arringhe di Giuliano Ferrara a 8 e ½ che, affiancato dalla comunista (così la definirebbe il Presidente del Consiglio) Barbara Palombelli, sfodera la dialettica più astuta. Tanto alla fine arrabbiarsi è uno spreco di energia: ha sempre ragione lui.

Inutile sarebbe parlare della concorrenza pubblica, e più consolidata, di Porta a Porta dove lo stile giustificazionista di Vespa viene puntualmente applicato verso il governo, di qualsiasi parte politica esso sia

Altra storia per Terra! e Tv7 che, essendo legate a testate giornalistiche quali il TG5 e il TG1, mantengono un livello che potrebbe essere definito senza macchia e senza lode. Lode che però non può sicuramente essere data al loro cugino Lucignolo che, ricalcando Studio Aperto in tutto e per tutto, propone servizi mediocri a cominciare dalla qualità delle interviste e dalla quantità di argomenti del cosiddetto “colore”. In parole povere, tutti dicono quello che vogliono tu sappia, il che non corrisponde alla verità, o almeno non completamente.

Lasciando da parte i rotocalchi come Verissimo e simili che, per loro stessa definizione sarebbe superfluo analizzare in questo contesto, occupiamoci dell’ultimo punto nero veramente evidente: il Maurizio Costanzo Show. Quest’anno infatti il MCS ha dato alla luce la rubrica “Raccontando” che, degna figlia del suo conduttore, ne incarna lo stile: dar la parvenza di qualcosa senza poi sviluppare nulla di concreto. Testimoni di questo sono i servizi scadenti, gli argomenti di basso rango e, dulcis infundo, i professionisti, anche validi in altre sedi come Mimosa Martino, ridotti a bamboline del “Cicciobaffo”.

Fortunatamente ci sono buone notizie. Report in prima serata ogni martedì su Rai3. L’ultima roccaforte del giornalismo televisivo fatto per passione, non per profitto o ritorno di immagine. L’ultimo luogo dove le inchieste sono sempre portate fino in fondo e dove si sa sempre come è andata a finire.
Che dire, ormai la televisione in stile Maurizio Costanzo, dove i personaggi vengono creati e distrutti a discrezione delle produzioni dilaga e contagia anche le trasmissioni che hanno la presunzione di fare informazione. Speriamo solo che Milena Gabanelli e il resto dello staff di Report lavorino sempre come oggi e che in futuro anche altre realtà televisive possano informarci senza doversi sottomettere ai giochi della politica o del mercato audiovisivo.

Daniele Pinto
Daniele Pinto

Sono nato nel novembre del 1984 a Roma dove vivo e lavoro presso il Bureau romano del quotidiano statunitense The New York Times come redattore e videogiornalista.

Mi sono laureato con lode nel febbraio 2007 in Scienze della Comunicazione presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma "Tor Vergata", con una tesi sul videogiornalismo digitale e il freelancing.

I miei interessi nell'ambito della mia materia sono il Giornalismo e il mondo dell'informazione con particolare riguardo verso gli affari esteri e il reportage.

In passato ho vissuto negli Stati Uniti dove ho frequentato una parte di scuola superiore. Sempre negli USA ho scoperto il teatro e la recitazione partecipando a spettacoli teatrali come attore. Infine ha lavorato in ambiente universitario presso la University of Nebraska in Lincoln e son stato membro di un'associazione studentesca per i diritti civili.

I miei hobby sono molti e spaziano dal teatro al cinema, dalla musica (suono i violoncello) alle arti visive, dalla cultura orientale ai viaggi.