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Libri e giornali, perché tanto amore?

16/12/2003 12241 lettori
4 minuti

L'iniziativa di allegare libri ai quotidiani ed ai periodici inizia con La Repubblica il 16 Gennaio del 2002 e, superato lo scetticismo collettivo dei primi momenti, diventa un fenomeno clamoroso.
Un fenomeno talmente imprevisto da destare non poche preoccupazioni anche fra gli editori di libri più importanti.
 
Le cifre in effetti nel primo anno sono davvero notevoli: 25 milioni di copie (500mila ad uscita) per La Repubblica, 12 milioni e 100mila per il Corriere della Sera, circa 170mila copie ad uscita per Il Giornale per continuare con tutte le altre iniziative, che hanno coinvolto anche settimanali come Famiglia Cristiana e Panorama. E ora arrivano anche le enciclopedie.
Che cosa succede allora, improvvisamente gli Italiani hanno ritrovato la voglia di leggere grandi romanzi e addirittura, come nel caso di Il Giornale, perfino testi di storia?
Certo tutto è possibile ma penso che ci siano delle considerazioni da fare.

La prima: il prezzo, banale dirlo ma libri di questa qualità non si riescono a trovare facilmente per la cifra di 4,90 euro. Questo è uno stimolo fortissimo all'acquisto, secondo il classico meccanismo delle offerte promozionali, che fa sì che i consumatori intanto comprino d'impulso e poi decidano se veramente il bene in questione serve a qualcosa per loro.
Il fatto che insieme al libro si acquisti in bundling un altro prodotto, il giornale, mitiga eventuali sensi di colpa per un acquisto "inutile".

Seconda: la logica del collezionismo, queste collane sono concepite in un'ottica seriale, per arredare le biblioteche (e sanare il vuoto di queste ultime), sono numerati e nella pubblicità sono spesso riprodotti uno accanto all'altro, il messaggio quindi è "peccato lasciare un buco vuoto".
Niente di nuovo sotto il sole, questa strategia era stata proposta fin dai tempi dei primi tascabili sbarcati in edicola, Gli Oscar Settimanali Mondadori (1965).

Ancora, un fattore importante è il canale, l'edicola è capillare sul territorio e non "fa paura" all'utente medio come la libreria, il libro vi acquista un aspetto più di consumo, c'è meno da scegliere e magari si conosce bene l'edicolante, che può rassicurare sulla scelta.
Anche questo meccanismo era stato pensato all'epoca di Gli Oscar Settimanali Mondadori, quando tra l'altro le librerie erano meno diffuse e meno "amichevoli" nell'aspetto ed il libro era un oggetto molto più sacro nell'immaginario del consumatore medio.
Nel 1965 la Mondadori vendette milioni di copie di grandi romanzi contemporanei a basso costo nelle edicole, in un'epoca in cui un terzo della popolazione italiana non leggeva né libri né giornali.

L'ultima considerazione infine la dedico alla pubblicità, infatti nessun editore librario investa così tanto nella promozione di una collana, mentre in questo caso ci siamo trovati davanti a delle campagne multicanale notevoli, rese possibili anche dal fatto che spesso le aziende coinvolte hanno legami ed interessi in diversi media, con conseguente netta riduzione dei costi degli spot.

Ora che abbiamo detto tutto ciò come possiamo giudicare questo fenomeno, che si avvia ad intraprendere il suo terzo anno di attività (tralasciando il fenomeno delle enciclopedie, ancora troppo recente per essere valutato)?
Non credo che si possa rispondere in maniera netta, di sicuro il fatto che un libro sia veduto non equivale a dire che è stato letto e quindi non è assodato che oggi in Italia si legga di più.
Allo stesso tempo però un libro non è un bene di consumo per cui può essere letto anche dopo del tempo ed anche da persone diverse dall'acquirente, è possibile dunque che sul lungo periodo tali iniziative avvicino alla lettura, e poi alle librerie, nuovi pubblici.

Inoltre i dati rivelano che nel complesso queste collane non catturano molti forti lettori o in ogni modo non li distolgono dal continuare a frequentare le librerie: librai e editori quindi non saranno "rovinati" da queste iniziative.
Tuttavia questi ultimi soggetti si trovano, già oggi, a riflettere sul successo di questi nuovi "concorrenti" e chissà che tutto questo non favorisca un'evoluzione ed un miglioramento della filiera editoriale, che attualmente non si può definire davvero efficiente.

In conclusione dunque ritengo che quello dei libri in edicola sia un fenomeno da valutare sul lungo periodo e che, allo stato attuale, si possa solo dire che esso è la spia di qualcosa che non funziona a pieno nel mercato editoriale italiano, che probabilmente non è molto più maturo di quanto non fosse negli anni '60.

Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.