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Spigolature culturali

10/01/2010 6959 lettori
4 minuti

« Di tutti solo coloro che hanno tempo per la sapienza hanno tempo libero, solo essi vivono».

Invito all’otium ovvero vacare sapientiae. Or dunque, esorta Seneca, che ancora rimane forza e vigore è tempo di ritirarsi dalle tempeste della vita pubblica e mettere a frutto per cose più grandi quella capacità d’animo dimostrata nell’incarico dell’annona. Né è un invito a spegnere nell’inerzia o soffocare nei piaceri volgari, l’impulso a fare. In questa vera quiete avrà tempo e potrà dedicarsi al miglioramento di se stesso e alla conoscenza delle grandi questioni, che è l’attività più degna d’un uomo, cioè diventare sapiente: « In questo genere di vita ti aspettano molte nobili dottrine, amore e uso delle virtù, oblio dei desideri, scienza del vivere e morire, alta quiete in ogni cosa». 

Qui il tempo dato, il sapiente può usarlo tutto intero e rendere lunga la vita. Che se il tempo è diviso in tre parti, ciò che fu, che è, che sarà, il sapiente userà nel ricordo sereno, scevro di pentimenti e rimorsi il tempo che fu; saprà usare, per fuggevole che sia, il tempo che è nella pratica della virtù; saprà anticipare nella premeditazione imperturbata da timori o desideri il tempo che sarà. Raccogliendo in uno, quanto invece sconnessi e forati nell'animo come un vaso rotto, gli occupati lasciano fluire interamente via. Ma chi si dedica alla sapienza potrà aggiungere a tutto il suo tempo conquistato a se stesso anche il tempo di tutti i grandi del pensiero, le cui vite e realizzazioni sono per chi saprà e vorrà usarle. Anzi la loro dimestichezza, a differenza dei sordidi rapporti sociali presenti, sarà improntata ad amicizia e rispetto, e ci si accosterà e congederà dal loro colloquio senza sgarbi o amarezze ma lieti d’aver ottenuto il voluto.

«Questi possiamo dire che intrattengono veri obblighi reciproci, i quali ogni giorno Zenone, Pitagora, Democrito e tutti gli altri sacerdoti delle nobili dottrine, i quali Aristotele e Teofrasto vorrano avere quanto più intimi. Nessuno di loro sarà che non avrà tempo, che non congederà più felice e affezionato chi a loro verrà, nessuno di loro lascerà che qualcuno vada via a mani vuote; la notte si possono incontrare e il giorno da chiunque».

La vita è dunque lunga se il tempo è bene speso; se invece è sciupato la vita è brevissima, e anche chi dura molto ha invero pochissimo vissuto. E mentre molti di questi sopravvissuti predispongono per sé esequie solenni e sfarzose, meriterebbero invece – com'era usanza per i morti bambini – funerali condotti a lume di fiaccole e ceri.

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.