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Open source, social network e PMI

09/02/2010 32994 lettori
4 minuti

In un interessante articolo pubblicato su Affari e Finanza di Repubblica del 9 febbraio c’è un interessante articolo dal titolo “Il social network dà una mano alle Pmi”, nel quale si affronta il tema dell’utilizzo dei sistemi open source e del web 2.0 per migliorare la produttività delle aziende.

Si tratta di un tema molto attuale, che tra l’altro è oggetto della mia ultima pubblicazione dal titolo “Nuvole di byte”.

Nell’articolo si legge, come tra l’altro già da qualche tempo io e altri autorevoli colleghi andiamo affermando, che l’utilizzo congiunto dei software open source e dei social media possono contribuire ad innovare le piccole e medie aziende, fornendo loro un importante vantaggio competitivo.

Tuttavia sono ancora poche le imprese che hanno già introdotto la filosofia aperta e partecipativa all’interno della propria organizzazione: secondo un recente dato Istat (si legge sempre nell’articolo), solo il 13,1% delle aziende utilizza software open source.

Un gran numero di persone e di aziende, sparse in tutto il mondo, utilizza già ora (senza neanche saperlo) servizi e software aperti e di tipo “2.0”: Linux, Firefox, Open Office, così come Twitter, Facebook, LinkedIn sono tutti strumenti gratuiti e dalle grandi capacità in termini relazionali e comunicativi. Per non parlare poi di Wordpress, una piattaforma di blogging open source che consiglio a tutti di utilizzare perché molto performante.

E allora: perché le aziende ancora stentano ad utilizzare questi strumenti? Dai seminari e dalle discussioni alle quali partecipo anche online emerge la necessità di conoscere in maniera più approfondita:

  • cosa sono questi strumenti;
  • come funzionano;
  • quali vantaggi e soluzioni concrete portano all’azienda
E poi, cosa ancora più importante in un contesto aziendale:
  • in che modo questi strumenti possono essere utilizzati in maniera intergrata all’interno di strategie organizzative, di comunicazione e di marketing.
 

Come afferma Gianluca Sigiani nel suo articolo, l’approccio collaborativo, se ben pianificato, consente di integrare le produzioni e di ottenere cicli e tempi di sviluppo più brevi, con time to market particolarmente rapidi.

Si tratta di un vantaggio potenziale enorme per le PMI del nostro Paese; i manager farebbero bene a interessarsi dell’argomento. Le fonti di informazione anche online (come ad esempio il mio blog o Comunitàzione)sono numerose. Basta cercare gli argomenti che più ci interessano sui motori di ricerca. Il futuro dell’enterprise 2.0 è sempre più vicino…

Alessandro Prunesti
Alessandro Prunesti

Sono nato a Roma il 30 maggio 1979, città nella quale vivo e lavoro. Nel 2004 ho conseguito la Laurea in Scienze della Comunicazione Istituzionale e d’impresa e nel 2005 mi sono specializzato con un Master Universitario in Economia e Gestione dello Sport presso la facoltà di Economia dell’università di Tor Vergata.

Sin dai tempi dell’università svolgo attività di consulenza e di ricerca nel campo della comunicazione d’impresa e del marketing, con particolare attenzione al mondo delle nuove tecnologie digitali,dello sport business e dei social media.

Ho incarichi nel settore della docenza e della formazione all’università La Sapienza e presso l’Università Europea di Roma.

Sono inoltre membro del Comitato Operativo del Geographic Research and Application Laboratory, dove mi impegno nello studio del rapporto tra comunicazione e geografia.

Partecipo all’organizzazione di eventi, oltre che a seminari e corsi di formazione in qualità di relatore o docente.

Mi piacciono la Formula Uno, l'astronomia e le uscite con gli amici :-)