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La mostra di Villa Olmo dedicata a Rubens.

01/03/2010 8558 lettori
5 minuti

 

«Fissa nel tempo l'infinita bellezza del mondo e riesce a infondere la vita alle sue creazioni attraverso la luce e il colore». Con Rubens gratis in tutti i musei di Como. Il biglietto della mostra che si aprirà a Villa Olmo il 27 marzo, diventa «Pass della Cultura».

      La mostra più importante dedicata in Italia a Pieter Paul Rubens negli ultimi vent'anni, presenta a Como uno dei più grandi artisti di tutti i tempi attraverso un percorso espositivo con 25 capolavori provenienti dalla Gemäldegalerie dell'Accademia di Belle Arti, dal Liechtenstein Museum e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, oltre a 40 opere di pittori fiamminghi del Seicento. «La mostra di Villa Olmo - a parere del curatore ed assessore alla Cultura Sergio Gaddi - celebra la genialità e la modernità di uno dei maestri assoluti della pittura, che dopo quattrocento anni continua a sorprendere per la potenza grandiosa ed esuberante del segno che ha reso universale il Barocco europeo. Rubens è sempre contemporaneo perché fissa nel tempo l'infinita bellezza del mondo e riesce a infondere la vita alle sue creazioni attraverso la luce e il colore. La sua pittura è una festa per l'anima e per gli occhi»…Un parere autorevole e credibile, ormai, dopo i successi dei passati allestimenti. «Pane per i suoi denti»: sostengono i tanti che lo stimano. Il colpo di scena arriva direttamente dall’Accademia di Vienna dove tra l’altro, il nostro assessore, ha ottenuto un inatteso via libera per il prestito di una ventina di quadri del famoso pittore fiammingo Pieter Paul Rubens. Solo pochi giorni addietro ne esternava la soddisfazione: «sarà lui il protagonista assoluto della nuova grande mostra di Villa Olmo che si svolgerà, come da tradizione, nel periodo tra marzo e luglio». A tanto va aggiunto, l’atto ingegnoso del Comune di Como, con la mirabile azione di marketing: il «Pass della Cultura». Associo la mia stima a quanti condividono, l’interesse per la città e per le espressioni artistiche, e sostengono riguardo ed apprezzamento verso il curatore della mostra nonché assessore alla Cultura.

Ciò premesso una digressione è d’uopo. Solitamente il marketing strategico si basa sull'analisi dei bisogni degli individui e delle organizzazioni. In quanto all’allestimento, nullo o quasi, è l’apporto del «Pass della Cultura». A tal proposito resta evidente che in un’attività che ha l’obbligo di non destinare i propri utili ai soci, bensì di sviluppare fondi necessari a sostenere un’azione senza finalità di lucro, il «fund raising» trova le sue origini nell'azione organizzativa. Chi raccoglie i fondi è definito «fundraiser»: egli deve saper gestire la relazione con il donatore, deve avere competenze nella gestione del database attraverso strumenti informatici, deve avere un'ampia conoscenza di tutte le modalità per raccogliere fondi. Non esiste un unico modello di «fund raising», ma strategie differenti in relazione alle caratteristiche della causa sociale, dell’organizzazione che la promuove e dell'ambiente nel quale essa opera.

In quanto ai bisogni degli «individui», può sembrare, perfino bizzarra, l’iniziativa volta a sollecitare e promuovere una qual forma di partecipazione e di rappresentanza affinché «i cittadini, attori sociali, possano dare libera espressione alla propria soggettività e risposte ai propri bisogni». Ci sono momenti in cui più intenso è il bisogno di sapere. Fortunato colui il quale sente questo bisogno nell’adolescenza: opportunamente motivato, muta l’obbligo in facoltà e ne fortifica il temperamento. L’età adulta implica l’impegno di mettere in pratica le proprie attitudini congruenti con l’attività da svolgere, la cui efficacia è proporzionale alla cognizione ed alla possibilità di seguirne l’evoluzione: ne consegue l’implicito bisogno dell’utile aggiornamento. In fine arriva quel periodo della vita dove l’individuo deve potere esprimere tutto il suo carattere, libero dagli impegni sociali che ne possono avere condizionato la vita stessa.

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.