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DiCinema: la nuova Hollywood

09/03/2010 8978 lettori
5 minuti

Galante e irriverente, riservato e uomo d’azione. Possono bastare queste note introduttive per descrivere l’attore che più di tutti ha saputo incarnare lo spirito travagliato di un carattere protagonista come pochi, in quei silenzi intrisi di aspra durezza, alternati a slanci di puro impeto interpretativo, in quegli occhi e un sorriso che hanno identificato il successo di uno dei più declamati attori della “vecchia Hollywood”, in quel Steve McQueen, posato e beffardo come solo lui poteva essere (la più spavalda cavalcata in motocicletta della storia del cinema ne La Grande Fuga di John Sturges), accostando il carisma di Kevin Costner all’omaggio più esplicito nel suo Guardia del Corpo, ripreso qualche anno dopo nel “quasi” remake de Le cose che non ti ho mai detto di Isabel Coixet, accostando un veterano Paul Newman al fascino di Robin Wright Penn, nell’analogo Le parole che non ti ho mai detto,  coprotagonisti dei travagliati ricordi di un Costner all’altezza dei propri meriti.

Classe ’55, l’esordio dell’attore passa da un semi battesimo nel film diretto da Ron Howard, Turno di Notte, assieme al debuttante Michael Keaton, testimoni di una commedia immersa nella scia della serie televisiva Happy Days, visto il protagonista Henry Winkler destreggiarsi nel carisma del suo più fortunato Fonzie. Per conoscere Kostner protagonista dobbiamo aspettare qualche anno, per essere diretto da  Kevin Reynolds, fautore di un trittico di tutto rispetto nei rispettivi Fandango, Robin Hood-principe del ladri e Waterworld, quest’ultimo fortemente voluto dall’attore, in veste anche di produttore. Un cocktail di malinconia in stile grande freddo per la versione meno cruda de Il Cacciatore il primo, che ha permesso a Costner di poter elargire devozione e meriti al personaggio di Sherwood impalmato dal predecessore Errol Flynn, diretto da Michael Curtiz (memorabile colonna sonora nella hit di Bryan Admas), per ritoccare un analogo apocalittico Mad Max, nel visionario approcio alla diversità superstite impersonata dall’attore, al fianco di un raccapricciante “cattivo” nelle prodezze di Dennis Hopper, nel cruccio hollywoodiano più costoso, diretto in coppia con l’attore.

Autentica tappa di puro ritorno al western dimenticato da una “sbadata” Hollywood, nel pretenzioso Silverado di (guarda il caso) Lawrence Kasdan, mentore di una rimpatriata di buoni propositi e taciti consensi, nella cavalcata euforica di un gruzzolo di provati talenti in Kevin Kline, Danny Glover, Scott Glen e Rosanna Arquette.  All’altezza di una carriera avviata, il successivo Il vincitore di John Badham, nella scia di una commedia drammatica che vede protagonisti due fratelli uniti dal ciclismo e divisi da una malattia che segna il destino del meno fortunato. Passando da un analogo Senza via di Scampo (Roger Donaldson alla regia), il grande successo di Costner arriva con il capolavoro di Brian de Palma, Gli Intoccabili, rivisitazione di un gangster movie di alta classe nelle vicende legate agli anni del proibizionismo americano,  in una neonata mafia manovrata da Al Capone, impersonato da un calatissimo Robert De Niro, combattuto da uno spavaldo e tradizionalista Elliot Ness (Costner), sorretto da attori del calibro di Sean Connery e Andy Garcia, nella grande colonna sonora firmata da Ennio Morricone. Scivolone nella commedia disimpegnata nel Bull Durham-Un gioco a tre mani, per ritrovarlo nelle riuscite pellicole L’Uomo dei sogni e Revenge, quest’ultimo  appoggiato da un Antony Queen e una sensuale Madeleine Stowe in ottima forma. Anno fortunato per Kevin Costner, visto che il suo primo film da regista lo vede impegnato in un autentico ritorno al dramma formato Kolossal (vedi un analogo Via col Vento), nel celebrato Balla coi lupi (sette oscar e uno come miglior regista). Un viaggio intimista nella frontiera americana (non di certo il primo, visto anche il più diretto predecessore Un Uomo chiamato Cavallo di Elliot Silverstein), che lo rivuole interprete nel pretenzioso omaggio di Kasdan nel mito di Wyatt Earp. Altro salto di qualità nel calibratissimo film di Oliver Stone, JFK, effimero documentarista di uno degli attentati più discussi della storia americana, nell’omicidio del presidente Kennedy per mano di Oswald (un credibile Gary Oldman), mentre Costner riveste i misurati panni del procuratore distrettuale Jim Garrison, incaricato a riaprire il caso per presunti implicazioni della CIA nel complotto rivendicato dalla Casa Bianca. 

Un clichè di ruoli che mettono Costner in costante riabilitazione, inseguendo quell’impegno che riesce a proseguire anche nella pellicola diretta dal mito Clint Eastwood, Un Mondo Perfetto, nelle problematiche morali di un destino lasciato alla filosofia del soggetto (la fuga di un detenuto che tiene in ostaggio un bambino con la maschera del fantasmino Casper), vero e autentico tributo al legame stesso con l’originale Steve McQueen nel film di Sturge, riproposto in una analoga versione nel Fuga per la Vittoria (bellissima rivisitazione del tema musicale di Bernestein da parte di Bill Conti), rivalutando le successive pellicole che riportano l’attore nel gioco della commedia disimpegnata, vedi i recenti Litigi d’Amore di Mike Binder e Mr. Brooks di Bruce A. Evans.

Di seguito, tutte le pellicole interpretate dall’attore:

 Chasing Dreams (1972), regia di Therese Conte e Sean Roche

Night Shift - Turno di notte (Night Shift) (1982), regia di Ron Howard

Frances (1982), regia di Graeme Clifford

Tavolo per cinque (Table for Five) (1983), regia di Robert Lieberman

Amore e morte al tavolo da gioco (Stacy's Knigths) (1983) regia di Jim Wilson

Testament (1983), regia di Lynne Littman

Trappola per un killer (The Gunrunner) (1984), regia di Nardo Castillo

Fandango (1985), regia di Kevin Reynolds

Silverado (1985), regia di Lawrence Kasdan

Il vincitore (American Flyers) (1985), regia di John Badham

Storie incredibili (Amazing Stories) (1985), regia di Steven Spielberg - Nell'Ep.1.5 La missione

Sizzle Beach, U.S.A. (1986), regia di Richard Brander

Senza via di scampo (No Way Out) (1986), regia di Roger Donaldson

Indiziato di assassinio (Shadows Run Black) (1986), regia di Howard Heard

Gli intoccabili (The Untouchtables) (1987), regia di Brian De Palma

Bull Durham - Un gioco a tre mani (Bull Duhram) (1988), regia di Ron Shelton

L'uomo dei sogni (Field of Dreams) (1989), regia di Phil Alden Robinson

Revenge, vendetta (Revenge) (1990), regia di Tony Scott

Balla coi lupi (Dances with Wolves) (1990), regia di Kevin Costner

Robin Hood: principe dei ladri (Robin Hood: Prince of Thieves) (1991), regia di Kevin Reynolds

JFK - Un caso ancora aperto (JFK) (1991), regia di Oliver Stone

La guardia del corpo (The Bodyguard) (1992), regia di Mick Jackson

Un mondo perfetto (A Perfect World) (1993), regia di Clint Eastwood

Wyatt Earp (1994), regia di Lawrence Kasdan

The War (1994), regia di Jon Avnet

Waterworld (1995), regia di Kevin Reynolds

Tin Cup (1996), regia di Ron Shelton

L'uomo del giorno dopo (The Postman) (1997)

Le parole che non ti ho detto (Message in a Bottle) (1999), regia di Luis Mandoki

Gioco d'amore (For Love of The Game) (1999), regia di Sam Raimi

Thirteen Days (2000), regia di Roger Donaldson

La rapina (3000 Miles to Graceland) (2001), regia di Demian Lichtenstein

Il segno della libellula - Dragonfly (Dragonfly) (2002), regia di Tom Shadyac

Terra di confine - Open Range (Open Range) (2003), regia di Kevin Costner

Litigi d'amore (The Upside of Anger) (2005), regia di Mike Binder

Vizi di famiglia (Rumor Has It...) (2005), regia di Rob Reiner

The Guardian - Salvataggio in mare (2006), regia di Andrew Davis

Mr. Brooks (2007), regia di Bruce A. Evans

Paolo Arfelli
Paolo Arfelli

Nato a Ravenna; ho avuto il piacere di aver frequentato un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Umberto Giovannini, presso la T. Minardi di Faenza, dopo il quale intendo affrontare un discorso editoriale che possa completare il cammino professionale che voglio realizzare.

E' da qualche anno che ho il piacere di legare la mia capacità a Comunitàzione, in una collaborazione di testi e argomenti che valorizzano la serietà riposta da Luca Oliverio e il contesto in cui questo portale opera, tra pubblicità, marketing, informazione e tanto altro.

Ho in preparazione alcuni cortometraggi e la realizzazione di un magazine (DC DIRECTOR'S CUT) all'interno di Alphabet&Type®.