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Intervista al cantante Tony Blescia: eclettismo e molto altro

27/12/2003 20986 lettori
4 minuti

Incontriamo Tony Blescia, classe 1972, giovane e poliedrico autore, compositore, cantante italiano.

Parafrasando le parole di una tua canzone: “E la vita va”: “E la vita va Sulle case, sui deserti Scivolando ad occhi aperti Fa passare tra di noi Se vuoi Una scia che poi Lascia aperti gli orizzonti Sguardi di persone assenti Che si perdono di più fra no (…)i”, e da questo concetto di vita che passa e di incontri mancati ed avvenuti e di ciò che si lascia negli altri e che viene in noi lasciato puoi parlarci liberamente di te? Dai tuoi inizi a Bari, poi Castrocaro, Cantagiro al lambire sonorità più prettamente inglesi, facendo emergere quel che è restato dei rapporti umani, con i colleghi, incontrati nel tuo percorso o per i quali hai scritto anche come autore…

Dunque, hai citato una canzone che fa parte del mio passato, di un periodo molto carico emotivamente, sicuramente un fermo immagine sul mondo dei rapporti, anche all’interno di una coppia.

Oggi siamo “sotto tiro” da mille parti: da un lato la tecnologia che pressa e alimenta comunque una realtà più virtuale, dall’altro lo sfrenato individualismo che ci porta a rapportarci sempre meno con gli altri: tutto questo va inevitabilmente a discapito della comunicazione e dei rapporti.

Per quanto mi riguarda posso dire che cerco sempre di dare molta profondità e continua linfa ai rapporti, mi piace molto la sintonia che a volte si riesce a creare con gli altri. Purtroppo questo non sempre avviene, sebbene possa ritenermi fortunato, perché, per il lavoro che faccio, mi trovo, inevitabilmente, a prendere qualcosa dagli altri, a volte le storie, e quello quindi che la mia penna scrive altro non è che input che mi arriva dall’esterno.

Ho iniziato molto giovane a muovermi in una realtà piccola e sicuramente arida dal punto di vista musicale, non sicuramente dal punto di vista artistico ma dal lato delle opportunità.

Ho avuto la “fortuna” di spingere nella giusta direzione e nel momento giusto.

Inoltre avevo dalla mia anche il fatto di poter scrivere le cose che cantavo e di poter viaggiare molto, anche all’estero. Questo ti forma parecchio e ti apre la mente.

Ciò sicuramente mi ha messo in luce più velocemente agli occhi di chi allora era ai vertici di quella che sarebbe diventata la mia casa discografica, la Warner Music, e di un signore chiamato Gino Paoli, che è stato il primo in assoluto a credere nelle mie capacità ed a supervisionare il mio primo disco.

Tutto è successo con magica rapidità. Nell’arco di un anno la mia vita ha subito un’impennata pazzesca.

Nel ’91 suonavo ancora in giro per la Puglia dividendomi tra una band, di cui ero il cantante e chitarrista, ed esibizioni come solista…nel ’92 vincevo un importante Festival a Castrocaro Terme, firmavo un contratto per 5 anni e 3 album con la Warner Music, incidevo il mio primo album e dopo 3 mesi ero sul palco più ambito da chi fa musica in Italia l’“Ariston” di Sanremo.

L’estate successiva al Festival è molto carica di soddisfazioni e impegni: tour, ospitate, trasmissioni radio e televisive, il terzo posto al Cantagiro, ma a settembre purtroppo devo fermare tutto per un anno concesso alla Marina Militare Italiana.

Sì, questo stop forzato mi taglia nel vivo della promozione del primo disco, ma facendomi forza m’immergo nella scrittura del secondo: ”La storia di nessuno” che contiene anche la traccia “E la vita va così” dalla quale siamo partiti per la nostra “chiacchierata virtuale”.

Ecco perché ti parlavo di un periodo emotivamente molto carico. Avevo tantissimo tempo per riflettere, scrivere, fotografare tutto ciò che gravitava intorno a me: l’impatto e il rapporto con un mondo distante ma, allo stesso tempo, molto vicino e reale.

Dalla fine del militare (settembre 1994) fino al ‘98 incido per la Warner altri 2 album, e nel ’97 mi ritrovo ancora una volta sul palco dell’Ariston. Conquisto il  terzo posto con la canzone “E ti sento” scritta a quattro mani con Gatto Panceri: il pezzo era ormai pronto, almeno la musica intendo, ma mancava qualcosa nel testo, qualcosa che lo facesse decollare definitivamente ed è stato in quel momento che ho pensato di chiamare Gatto, abbiamo quindi lavorato insieme: così è nata “E ti sento”.

Nel ’98 ho prodotto l’ultimo album con la Warner “Cuori a metà”.

Infine nell’estate 2001, dopo tre anni di ricerca musicale, firmo con la Edel per la produzione del singolo “Tell me now”, canzone che esplora i suoni innovativi del two step inglese. Escono anche due bellissimi remix House e Garage, che danno al progetto un respiro ancora più internazionale.

In tutti questi anni, ho cambiato diversi produttori e collaboratori, perché, a volte, è molto difficile, soprattutto quando ci sono in ballo forti interessi, riuscire ad instaurare un vero rapporto.

Ho avuto tanto e tanto mi è stato anche tolto!!! Ma fa parte della legge degli scambi nella vita.

Ho sempre cercato, anche se si trattava di rapporti in partenza lavorativi, di instaurare qualcosa che andasse oltre, questo fa parte della mia indole, e devo dire che non sempre è stato possibile.

Oggi a 31 anni, con un bagaglio leggermente più carico, soddisfazioni e delusioni sulla pelle, sono pronto per il mio quarto disco.

Sicuramente sono più selettivo, cerco di circondarmi di gente che stimo professionalmente e umanamente, gente dalla quale ricevo quotidianamente forti input. Quelli che reputo veri amici, nel mio campo, si possono contare su una sola mano: gente schietta, leale, con la quale il primo vero scambio non è professionale ma personale.

In questi ultimi anni ho scritto molto, dedicandomi alla ricerca di nuove sonorità ed avvicinandomi ad orizzonti paralleli in cui esprimere la mia passione per la musica. Molti dei pezzi che ho scritto sono usciti in Sud America, cantati da interpreti molto famosi nell’America Latina.

Altri sono progetti usciti e prossimi in Italia. Mi ritengo abbastanza eclettico musicalmente. Con estrema naturalezza passo dalla scrittura e produzione di cose prettamente pop/main stream al versante black/ hip hop fino ad atterrare su una pista da dance floor.

Infatti, parallelamente, mi diverto anche a scrivere e produrre, insieme ad un collettivo di amici, dj e musicisti, pezzi orientati verso orizzonti più ballabili, produzioni house, dove mischiamo molto attentamente strumenti e campionamenti.

La scorsa estate, sui più importanti dance floor di Ibiza, due delle nostre produzioni sono state suonate da alcuni dei più autorevoli DJ e producers mondiali: Pete Tong, Xpress 2 e altri…

Questa è la mia seconda pelle, o forse la terza, o…ma cosa importa, l’importante è che sia musica e di qualità!!

 Un ultimo pensiero ora sul quarto album a cui stai lavorando:

Allora posso dirti che ci sto lavorando ormai da un anno. Amo fare le cose con i giusti tempi. Purtroppo un aspetto negativo di quando lavori con una major è anche la troppa “fretta” con la quale ti “costringono” a scrivere ed a produrre i dischi.

Questa volta per fortuna ho i miei tempi e comunque sono a buon punto.

Ho già iniziato a pre-produrre 4 canzoni, questa è la parte che mi eccita maggiormente: sentire nascere il suono, dare ai pezzi il loro giusto “abito”.

Posso anticiparti che sarà un disco con molta energia, con punte anche abbastanza rock, ma con una curatissima e meticolosa scelta di suoni, una miscela di elettronica e acustica! 

 Attendiamo dunque, e nell’attesa ci muoviamo all’interno del suo sito www.tonyblescia.it.