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Diverse redazioni hanno chiuso: è crisi?

M D
By M D
02/01/2004 8924 lettori
4 minuti

Nei giorni scorsi ha chiuso i battenti il primo quotidiano italiano interamente on line. Si tratta de IlNuovo.it sulla cui homepage domina ora la scritta “Servizio sospeso”. On line dal 24 ottobre 2000, negli ultimi mesi tirava una brutta aria nella redazione. In ottobre, il presidente di Hdc, la holding che controlla la testata, Luigi Crespi, aveva licenziato "per giusta causa” i due direttori, Luca Ferraiolo e Paolo Pagani. Nessuna spiegazione è stata fornita sul loro licenziamento. Al loro posto era stato chiamato Marco Del Freo. La redazione del quotidiano aveva immediatamente espresso il proprio sconcerto, rammarico e stupore per le modalità con le quali era avvenuto il licenziamento. Inoltre, i giornalisti avevano espresso la propria solidarietà ai due direttori, nonché la preoccupazione per il futuro dell’intera redazione. Crespi aveva immediatamente incontrato i giornalisti per dare rassicurazioni sul futuro della testata.

Qualche settimana dopo è stato Crespi ad essere estromesso dalla vicenda de IlNuovo.it, l’Hdc ha passato la gestione nelle mani di una banca. I nuovi dirigenti non hanno fatto sentire la loro voce e non hanno fatto conoscere al giornale le sue sorti. Così, la decisione di non rinnovare il contratto in scadenza ad uno dei redattori, ha spinto i giornalisti a scioperare lo scorso 5 dicembre. Infine, qualche giorno fa,  Fastweb, il provider che assicurava la messa in rete de IlNuovo.it, ha staccato il collegamento. Una decisione presa senza avvisare i giornalisti.

IlNuovo.it è stato nei suoi 3 anni di vita un esempio sotto molti aspetti. E’ stato il primo quotidiano italiano solo on line: senza una testata cartacea che lo promuovesse. Nonostante questo, si è fatto conoscere ed è giunto a contare un elevato numero di lettori. E’ stato, inoltre, il primo a promuovere e stimolare l’interattività dei lettori, chiedendone commenti e pubblicandoli sul sito. In molti lo hanno “copiato”. Tutti i principali quotidiani nazionali hanno infatti ormai un proprio sito costantemente aggiornato. Anche Mediaset aveva deciso, qualche tempo fa, il lancio di una propria testata giornalistica on line, Tgcom.it, che a differenza de IlNuovo.it, può contare sulle quotidiane finestre in tv.

Franco Siddi, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ha affermato "Non si può andare avanti così”. La chiusura della testata è, infatti, solo l’ultimo segno della bufera che sta colpendo l’informazione.

Se in dicembre è stato sospeso IlNuovo.it, in novembre è stata CNNitalia.it a chiudere. CNNitalia.it ha attraversato una crisi lunga 2 anni. L’accordo per il rilancio con il gruppo Espresso-Repubblica non ha ottenuto risultati, come nemmeno quello dell’anno scorso con la testata economica Il Sole 24 Ore. I problemi finanziari e di partnership sono continuati fino alla decisione della chiusura. Sul sito compare ora il messaggio: “Grazie per il vostro interesse nei confronti di CNN. CNNitalia.it non è più in funzione. Per le ultime notizie da tutto il mondo vi invitiamo a visitare l’edizione internazionale CNN.com International e quella americana CNN.com”.

Ma non è finita. A inizio dicembre, La Stampa ha chiuso le redazioni locali di Roma e Milano. Mentre diversi scioperi hanno interessato, nelle settimane scorse, le redazioni di diversi giornali locali.

Tutto ciò non fa altro che spegnere alcune voci, andando a ridurre ulteriormente il già limitato pluralismo italiano.

M D
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