Il cambiamento ai tempi del web
Pur essendo anche io dalla parte di chi invita al cambiamento, mi rendo conto che non è sempre così immediato organizzarsi al cambiamento della propria impresa o azienda. Per lo più per adesso è un periodo di grande sperimentazione. C'è ancora poca chiarezza tra chi produce idee valide e chi invece si appoggia alla retorica.
Attualmente la categoria degli imprenditori in rapporto ai "strumenti e metodi della comunicazione" è suddivisibile in più gruppi:
- gli intenditori
- gli interessati
- gli scettici
- i refrattari
in merito ai primi due gruppi si nota un interesse verso ciò che sta cambiamdo e la propensione ad ascoltare chi più di loro nel settore della comunicazione ha qualcosa da dire.
Gli "intenditori" riescono a seguire gli aggiornamente senza troppa difficoltà, perchè sempre aggiornati, hanno imprese più flessibili. Gli "interessati" seguono i cambiamenti con interesse ma hanno difficoltà di collegare gli strumenti con le reali necessità della propria impresa. Vorrebbero maggior concretezza e seguire dei corsi di aggiornamento appropriati.
Gli "scettici" seguono di rado i vari incontri e notizie in merito al cambiamento degli strumenti della comunicazione. Sono generalmente la "vecchia scuola" imprenditoriale ch ha vissuto fino agli anni 90 da benestante. Ha sofferto il cambiamento di ruolo delle aziende nei confronti dei conumat(t)ori. Non crede nelle reali potenzialità dei nuovi modelli di marketing e comunicazione. E' legato per lo più a procedure di vendita ormai consolidate negli anni. Nonostante l'erosione del potere di vendita continuano lo stesso la loro attività imprenditoriale.
I "refrattari" sono quelli che più di tutti rischiano l'estinzione come impresa. La loro lontananza dai temi del marketing e della comunicazione li rende scarsamente competitivi e più facilmente condizionati dalla crisi del mercato. Nella maggioranza dei casi hanno avviato l'impresa negli anni 90 primi anni 2000 e non riescono a sopravvivere con le vendite come nei primi anni della loro attività. Sono distanti dal mondo del marketing non perchè non ritengono validi, come gli scettici, i nuovi modelli ma perchè non riescono a rimanere aggiornati. Sono disorientati.
Allo stesso modo si possono distinguere gli esperti di marketing e comunicazione che promuovono i “social media”
- Entusiasti
- Opportunisti
- Followers
Gli “Entusiasti” sono sempre aggiornati, credono realmente nel potere dei social media come integrazione di attività di comunicazione e marketing. Sono generalmente persone che hanno studiato Comunicazione e marketing. Hanno esperienza dei contesti aziendali, conoscono i problemi delle imprese ed invitano al cambiamento . Non come strumento di immagine ma come “modello” di relazione esterna ed interna per l’impresa. Sono pienamente coscienti che per un cambiamento reale dell’impresa non basta essere presenti su Facebook ma bisogna essere predisposti ad investire in persone e modelli di business diversi.
Gli “Opportunisti” sono generalmente sviluppatori web, blogger ( non per forza provenienti dal mondo della comunicazione e del marketing). Professano il web e l’uso dei social media come strumento di vendita dei propri prodotti per le aziende. Generalmente non hanno interesse nel cambiamento reale dei processi organizzativi ma solo al cambiamento di strumenti aziendali. Seguono costantemente gli aggiornamenti e le ultime novità dei media e del mondo web. Usano “copioni” già scritti per convincere del potere dei social media ma di fatto non conoscono il reale potenziale del cambiamento di modello o paradigma per l' approccio al mercato.
I “Followers” sono generalmente persone che seguono principalmente alcuni autori che trattano l’argomento e ne seguono le tematiche. Parlano come loro, seguono gli stessi schemi. Cercano di convincere le imprese ed imprenditori del potere dei social media non perché realmente ci credono, o sanno concretamente come fare, ma perché l’ha detto tizio piuttosto che caio..etc… Sono appartenenti al mondo della comunicazione, studenti laureati o semplici interessati. Credono che avere l’iPhone e utilizzare gli application significa vivere nel nuovo millennio. Hanno blog molto ben costruiti, accattivanti ma i contenuti sono ripetuti e poco nuovi per gli “addetti ai lavori”.
Il panorama è più o meno questo. Ciò che prevedo accadrà nei prossimi anni sarà un proliferare di “followers” per via dei numerosi applicativi per diffondere la propria visibilità e consentire l’aggregazione di contenuti e persone.
La collaborazione a progetti multipli da parte degli “entusiasti”, che nel frattempo studiano modelli e nuovi metodi per creare prodotti innovativi e di immediata comprensione da parte delle imprese, avranno maggior spazio di discussione.
Gli “opportunisti” gioveranno del sistema a prescindere.
Le aziende e gli imprenditori dal canto loro dovranno decidere di affidarsi o meno a gente competente, che produce nuove idee, devono essere pronti anche alla sperimentazione investendo e aggiornandosi costantemente. Seguire più fonti di informazione e saper valutare quale sia la più adatta alla propria attività. Quando si parla di imprese, imprenditori ed il rapporto con i social media sarebbe infatti opportuno non fare di tutta un’ erba un fascio. Non tutte le imprese o gli imprenditori devono inserire nella propria attività tutti gli strumenti o investire in tutte le novità.
Credo quindi poco agli spot "se non cambi muori" anche perchè non è così che un imprenditore si convince ad investire se non ha relamente un orientamento. Ha già subito pressioni psicologiche simili quando gli si professava un mondo senza problemi grazie al sito internet aziendale che era una finestra sul mondo globalizzato.
Ne tanto meno credo che il 2011 sia un anno decisivo per il cambiamento. Sarà sicuramente un anno pieno di incontri e il tema sarà sempre più presente grazie anche alla diffusione dei "cari vecchi" media di massa.
Il cambiamento reale avverrà quando i sistemi di informazione e formazione assumeranno un ruolo centrale nei sistemi aziendali. Le scuole e le università avranno maggior attinenza con il mondo esterno e noi professionisti avremo maggior umiltà nel riconoscere quando una cosa è giusta e quando è solo una "marketta". Quando avremo la capacità di comprendere che se una persona non capisce ciò che diciamo il probelma non è lui ma il nostro "cattivo" modo di comunicare.
Se qualcuno la pensa diversamente rimango in ascolto.