NON PIù MILLE, LO SBARCO DI GARIBALDI A MARSALA: STORIA DI UN MONUMENTO MAI NATO, DI UNA MEMORIA NEGATA
Un monumento alla memoria, una vicenda locale che è metafora del nostro Paese e della sua incapacità di celebrare gli eroi: una non--storia della storia d'Italia. Si tratta di un'inchiesta: "Non più Mille - Lo sbarco di Garibaldi a Marsala: storia di un monumento mai nato, di una memoria negata". A condurla sul campo sono tre giovani cronisti: Giacomo Di Girolamo (direttore responsabile della radio marsalese RMC101 e del quotidiano online Marsala.it), Antonella Genna e Francesco Timo. A Marsala, a due passi dal centro storico, sul Lungomare, campeggia un enorme cadavere di cemento, conosciuto come Monumento ai Mille, ma che di monumento non ha nulla. Quest'anno Marsala ha festeggiato il 150° anniversario dello sbarco di Garibaldi e dei suoi Mille che diede il via all'unità d'Italia ma, dopo 150 anni, la cittadina un monumento non ce l'ha ancora. A chiedersi il perché sono i cittadini marsalesi, e non solo, e comincia così il viaggio nelle carte dei tre giornalisti che raccontano tutti i tentativi andati a vuoto, le bugie, i soldi spariti, gli scandali e le omissioni. Il volume vanta la prefazione di Nino Amadore, giornalista del "Sole 24 Ore" e l'introduzione di Roberto Alajmo, giornalista e scrittore. L'inchiesta è anche un ottimo esempio di citizen journalism, un giornalismo dal basso, fatto dai cittadini. A ricostruire gli eventi, infatti, non sono soltanto gli autori dell'inchiesta che hanno scavato tra quotidiani, documenti e memorie private degli ultimi 150 anni; sono anche i singoli cittadini che hanno inviato spontaneamente materiale privato, che hanno contribuito attraverso i propri racconti e i ricordi a ricostruire un pezzo di storia dimenticato. E' un appello alla memoria, ad un impegno civile preso che non può tradursi in un'incompiuta e nascondersi dietro gli agguati della politica, tantomeno dietro una burocrazia stanca e arruffona. Sono pagine, quelle di "Non più mille", in cui si sorride anche, ma di un sorriso beffardo e malinconico. Qualcuno si commuove anche, ma con gli occhi asciutti, con gli occhi di chi troppo ama un'Italia assassinata dal cemento e dall'abbandono. Una storia locale, insomma, quella marsalese, che racchiude in sé tutte le storie d'Italia.
Elisa Giacalone - Trapani