Pay TV e Internet chiudono l’era del videonoleggio?
Tutti vogliamo essere sommersi da quella marea di rassicurante comodità che ci può garantire la tecnologia a portata di telecomando, tra canali offerti ormai sotto il “dovere” del canone RAI, comodamente seduti sulle nostre poltrone e intimoriti dal non essere in possesso di un televisore in HD degno di esserne all’altezza (sotto gli occhi del contendente “uomo comune”), felici di poterci gustare film e partite di calcio interattivi a 3D. Aspettiamo un momento; tutta questa rivoluzione è cominciata agli inizi degli anni novanta, quando il Re Mida Berlusconi aveva battezzato i primi due canali a pagamento TELE+1 e 2, e le anteprime erano ancora una esclusiva dei noleggi, infarciti di VHS che potevano ancora garantirsi il privilegio della visione dopo la podestà della sala cinematografica. E oggi? Un esercito di parabole che “imbrattano” come funghi il piano regolatore delle città, spodestate dall’attuale passaggio con il plurisponsorizzato decoder del pacchetto digitale della TV di Stato, e una rete WEB più che mai interattiva con la burocrazia, che possono garantirci pregi e comodità al passo con i tempi, offrendo film scaricabili in rete, tra diritti d’autore in conflitto tra legge italiana e le istituzioni americane. Il risultato? Un sorprendente calo delle vendite e dei noleggi da parte di quel colosso che ha contraddistinto la prima catena di distribuzione mondiale chiamata BLOCKBUSTER, fondata nel 1985 in Texas (Dallas) e che mette piede in Europa nel 1989, ma solo nel 1994 avviene la ripartizione internazionale (tramite l’acquisto della società Viacom) che permette ai restanti 25 Paesi (tra cui Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Portogallo, Danimarca, Israele, Messico e Argentina) di poter avere il meglio del mercato Homevideo formato “Discount”, tra pizze, popcorn e coca-cola acquistabili direttamente nei punti di distribuzione. Tutto questo sembra dover sparire lentamente, e oggi ancora di più, visto il drastico ridimensionamento messo in atto da Blockbuster per porre rimedio allo sbilancio dovuto dalle recenti perdite (5 milioni di euro riscontrati solo nel 2008) che ha dovuto far chiudere 20 punti vendita tra i 235 esistenti sul territorio nazionale. Siamo tutti sorpresi e delusi da ciò che non deve essere solo un punto di vendita per quello che il DVD rimane l’oggetto di culto contemporaneo per la trasposizione domestica dell’opera cinematografica, quando i Multisala possono garantirci ancora il meglio della visione (e ci mancherebbe!?), ma rimettiamoci nelle proverbiali parole di Marzullo “Facciamoci una domanda e diamoci una risposta”: Forse possiamo rinunciare alla visione domestica offerta dalla Tv a pagamento di quell’anteprima che è sempre rimasta l’esclusiva del noleggio-vendita, aspettando qualche mese in più e guardando ugualmente una televisione che può garantirci privilegi, news, sport e cinema senza infrangere un rito che è rimasto saldo al suo buon uso sino ad oggi? La risposta? Forse si.