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Tanta cultura in una sintesi fotografica d’artista

14/03/2011 7486 lettori
4 minuti

 

È un godimento contemplare passo passo ogni quadro nella disposizione voluta dall’autore. Poi rifletti ed anticipi i relatori - non sai ancora che per una contingenza sarai costretto a perdere l’occasione di ascoltarli – rivisiti, sulla base di un’ottica culturale, l’esposizione tenuto conto delle «stanze di Carla». Carla Porta Musa, un secolo di scrittura: ultracentenaria scrittrice comasca che non si è stancata di regalare al pubblico le sue storie. Allora ti porti a contemplare il quadro con la casa fotografata dall’esterno e la immagini «avvinta» di poesia e letteratura. E poi, di ogni altro quadro, ne ammiri l’aspetto culturale: nei fregi e nella disposizione dei mobili; negli antichi e preziosi arredi; nel sobrio apparecchiare con pregiati servizi di porcellana e addobbi floreali di indubbio gusto.

Un'importante esposizione fotografica allestita da Carlo Pozzoni con professionalità. Ora si tratta più di «selezione» e non più di «sintesi» e più o meno arbitraria combinazione come si dava invece in pittura. In quanto diversi fattori indirizzano l’occhio del fotografo, intento alla sua opera di selezione del reale. Dover compiere scelte stilistiche e visive nell’ambito di un certo rivoluzionario orizzonte creativo; con caratteristiche distintive ed esclusive di un nuovo sguardo «automatico», così diverso da ogni altro sguardo precedente. Tutte possibilità a disposizione del fotografo per eludere i limiti di un’intrinseca «meccanicità», riuscendo a dar vita ad immagini che possano a buon diritto ambire ad essere considerate arte.
 
«Per farsi capire con chiarezza - scrive Szarkowski, in un'introduzione alla storia della fotografia e al suo linguaggio visivo - il fotografo avrebbe dovuto trovare altri modi, e questi nuovi modi sarebbero stati individuati da coloro che seppero abbandonare i criteri tradizionali della pittura; oppure da coloro che, del tutto ignari di arte, non dovettero infrangere alcun antico patto di fedeltà»: l'occhio del fotografo, in sostanza, matura all'insegna di una persuasa autarchia. Fatta salva questa padronanza al «Nostro», corre obbligo omaggiare Carla Porta Musa che «vive come parla e parla come scrive. In modo semplice, limpido, chiaro. Eppure magico. Senza tempo, appunto». Così, tra l’altro, scrive Giorgio Bardaglio. Ma il vero omaggio lo «perpetueranno» con dovizia di saperi e ricchezza di linguaggio i due relatori - Alberto Longatti e Livia Porta - e quanti affluiranno a visitare la mostra che durerà fino al 31 marzo c.m.
 
Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.