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Il valore del sapere.

30/04/2011 7363 lettori
4 minuti
Tra professionalità e destrezza, tema proposto ieri sera in San Giacomo dall'appuntamento con le «Primavere di Como», il conduttore de L'infedele ha dovuto, giocoforza, puntare sulla seconda: «Non ho avuto tempo di prepararmi, ma potrei incantare una parte di voi, minoritaria, con aneddoti collaudati. Ma, spero, sarebbe solo una piccola parte, spero, perché la maggior parte avrebbe sicuramente colto che non sono preparato». Un'affermazione di disarmante sincerità (o uno scaltro incipit a effetto?) per entrare in un argomento complesso che ha visto il celebre giornalista discutere con il sociologo Mauro Magatti e con il direttore de La Provincia Giorgio Gandola.
(…) Il conduttore de «L'infedele» non lesina riferimenti biblici e alla millenaria cultura ebraica, conoscenze che non è possibile fare proprie con un motore di ricerca. «Ma sono ottimista. Guardate cosa sta accadendo nel mondo arabo: giovani scolarizzati hanno appreso altre culture grazie alle trasmissioni satellitari, hanno scambiato idee con il telefonino». Si può possedere, insomma, una certa destrezza nel padroneggiare il sapere, ma prima bisogna avere solide basi. Secondo Magatti bisogna «conservare un rapporto tra le due dimensioni». Sollecito e tempestivo il giornale «La Provincia » nel riportare il lucido articolo di Alessio Brunialti di cui i due «estratti» ripresi.
 
Ammiro il format televisivo dell’Infedele, mentre trovo quantomeno fazioso il comportamento nella conduzione. Questo il motivo per cui, tra «la lezione sulla mostra di Boldini» e «il valore del sapere» ho inteso propendere per la seconda, non senza una qualche dubbiosa curiosità. Malgrado l’atteggiamento preconcetto ho potuto distinguere sia le attente sollecitazioni del moderatore Giorgio Gandola direttore de La Provincia sia le eloquenti esposizioni del sociologo Mauro Magatti. Non ho esitato a commentare l’articolo di Brunialti che, però, è stato censurato: non riportato tra i commenti dell’articolo stesso.
 
Pratiche di comportamento è il titolo di un mio testo postato sul blog, dove pur registrando oltre seicento contatti non ne riscontro l’attesa condivisione. Questo motivo ed il fatto stesso di ritenere basilare il comportamento individuale, quale che sia il rango, inducono ad evidenziare quanto il modo di condursi diventa abbastanza complesso, specie quando in una società coesistono  individui e gruppi di orientamenti diversi. È in deferenza a questi gruppi - che volendo mantenere un’autonoma partecipazione alla vita pubblica o uno sviluppo autonomo della propria tradizione culturale o ideologica, nonché propri speciali interessi sulla base di una reciproca tolleranza e del rispetto di norme costitutive della vita civile e politica – il dovere dell’appropriato atteggiamento. È lo stesso giornalista, per altro, a biasimare  «meccanismi di comunicazione che per essere efficaci sembra che debbano mortificare e impoverire il linguaggio e negare la complessità dei problemi che ci si presentano».
 
Si susseguono in città le iniziative e le manifestazioni culturali, e subito la serata successiva è possibile assistere, a Villa Sucota nella sede della Fondazione Antonio Ratti - Non solo arte - al nono appuntamento di «La Kunsthalle più bella del mondo vuol aprire un dialogo con le discipline vicine all'arte contemporanea, come la moda, il design e l'architettura, che danno forma alla cultura visiva e alle espressioni della nostra creatività». Dove abbiamo potuto ascoltare i protagonisti: Joseph Grima, direttore della rivista Domus; Maria Luisa Frisa, fashion curatore direttore del Corso di Laurea in design della moda dell'Università IUAV di Venezia; Deyan Sudjic, direttore del Design Museum di Londra e Carson Chan, studioso di architettura e co-direttore dello spazio Program a Berlino... Gli stessi hanno potuto discutere il "formato" della mostra, il ruolo del curatore e del display espositivo quando questi hanno come protagonisti le pratiche peculiari della moda, del design e dell'architettura.
 
A latere, dalla rivista MOUSSE, un interessante e lungo articolo di una certa pertinenza: Che influenza ha avuto la rete sull’arte? Non troppa se si esclude il fatto che i professionisti – come chiunque altro, del resto – sono ben connessi. Ma tutti gli apparati dell’arte – distributivi, informativi e relazionali – non sono, nella sostanza, cambiati. Non si sono democratizzati. Non hanno stimolato l’opinione pubblica alla partecipazione. Jennifer Allen ci spiega il perché di quella desolante striscia: zero commenti.
 
 
 
Riferimenti
 
Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.