PMI-Ue: eroiche e oppresse da burocrazia e fisco
Da alcuni preoccupanti dati elaborati dall'IFC della Banca mondiale è emerso che, a discapito degli slogan europropagandistici che chiedono di pensare prima in piccolo, le Pmi siano da considerarsi gli eroi anonimi del tessuto economico europeo, dal momento che, nonostante le grandi dichiarazioni di intenti, restano di fatto oppresse da tasse che arrivano a divorarne in Francia il 68,6 % degli utili e ad occuparle negli espletamenti burocratici per 285 ore in Italia. Così l'eurodeputata italiana del gruppo di destra Europa di libertà e democrazia (Efd) in un'interrgazione alla Commissione Ue sottolineando che "è passato un decennio da quando l'Europa metteva al centro della sua azione le Pmi".
"A fronte di tutte le risorse spese - si legge nell'interrogazione - dei gruppi di lavoro, della strategia di Lisbona finanziata dai cittadini europei per agire proprio su questi fronti che penalizzano seriamente la competitività del mercato interno, costituito per il 99 % proprio da PMI, la situazione a oggi è tanto più preoccupante in quanto questo motore dell'economia europea è anche l'eroico volano dell'occupazione, dando lavoro a 75 milioni di persone". A fronte di tutto questo si chiede di sapere se, negli ultimi dieci anni, il numero delle Pmiè cresciuto o diminuto e se la Commissione "dispone di dati relativi alla mancata crescita economica, e quindi ai mancati posti di lavoro creati nel territorio dei 27 Stati membri, a causa dei carichi burocratici e fiscali che gravano sulle Pmi".
Lo scorso 11 maggio a nome della Commissione ha risposto il vicepresidente e responsabile di Industria e imprenditoria, Antonio Tajani, spiegando che "la comunicazione della Commissione sul riesame dello "Small Business Act" per l'Europa, adottata di recente, ha ribadito la priorità fondamentale dell'obiettivo di ridurre gli oneri burocratici per le Pmi. Nonostante non siano disponibili informazioni specifiche sulle perdite subite a livello d'Unione in termini di mancata crescita economica e mancata creazione di posti di lavoro nelle Pmi provocate dagli oneri burocratici, secondo le stime ridurre del 25% degli oneri amministrativi entro il 2012 porterebbe ad un aumento dell'1,4% del Pil dell'Unione europea. Allo stesso tempo è opportuno ricordare che dal 2007 al 2010 il tempo e il costo necessari per costituire un'impresa sono stati ridotti da 12 giorni e 485 euro a 7 giorni e 399 euro. Si prevede, inoltre, che l'adozione della modifica alla direttiva sui ritardi di pagamento che impone alle amministrazioni pubbliche il pagamento entro 30 giorni risolva uno dei più gravi problemi cui devono far fronte le PMI, vale a dire i ritardi di pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche".
"Per quanto riguarda le statistiche sulle Pmi - ha affermato Tajani - i dati a disposizione mostrano che il numero delle PMI nell'Unione europea è aumentato da 18,7 milioni nel 2003 a 21,4 milioni nel 2008. Si stima che tale numero sia leggermente diminuito negli anni di crisi 2009 e 2010 ma si prevede che ritorni ai livelli precedenti la crisi verso il 2012. Ciò vale anche per l'occupazione. Nel 2003 le Pmi davano lavoro a circa 82 milioni di persone e tale cifra è salita a circa 91 milioni nel 2008 all'inizio della crisi. Si ritiene che da allora in poi le cifre siano calate sostanzialmente, ma che ritorneranno ai livelli precedenti la crisi dopo il 2012. Nel periodo 2002-2008 le PMI hanno creato un numero di posti di lavoro notevolmente superiore rispetto alle grandi imprese".