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Questioni di senso e di valore ai confini della vita.

09/04/2012 5902 lettori
4 minuti

Il senso della vita (?) Chi sa in quanti, e si pensa subito a filosofi e teologi, ci si pone in pratica di fronte a un così arduo quesito. Nel vero ogni uno per concreti fini lo ipotizza: sia quando cerca, la risultanza dell’agire nella propria vita, sia in conformità a quali criteri lo decide e fino a che punto nella scelta tiene conto degli altri e della comunità. Mentre riflette sulla vicinanza del proprio modo di concepire il bene del mondo: al volontario che lavora sull’ambulanza, al politico che s’impegna a ridisegnare la vita sociale, all’imprenditore che investe i suoi soldi creando lavoro, o all’asceta che s’isola dalla società per cercare un contatto con Dio.   

 Un tema particolarmente attuale e stimolante: questioni di senso e di valore ai confini della vita. Un disegno complessivo costruito pensando che la riflessione su questioni di tale ampiezza non potesse limitarsi a considerare le questioni più specifiche, ma dovesse aprirsi su un ampio ventaglio di suggestioni per un bilancio educativo e didattico. Il senso comune degli stereotipi, dei pregiudizi, delle regole di reciprocazione, i valori sociali e una generale tendenza all'economia cognitiva, sedimentati nella nostra fisiologia culturale ci fanno così portatori di forme automatiche di comportamento e attivazione emozionale che ci rendono assolutamente vulnerabili a chi conosce queste regole e le sfrutta per perseguire propri e non sempre nobili fini.

Basta considerare quanto spesso durante la navigazione sul web o alla registrazione di un nuovo software o di un servizio on-line siamo indotti con colori e animazioni, offerte e ringraziamenti ad avviare una relazione commerciale, a comprare prodotti "nuovi", senza leggere licenze d'uso e caratteristiche tecniche e così facendo fornendo dati su gusti ed attitudini alle aziende che li rivenderanno alle agenzie di marketing strategico che ci riempiranno la mailbox di tanta indesiderata pubblicità. Oppure ecco che navigando sul motore di ricerca compare l'avviso pubblicitario colorato e divertente per il viaggio che da tempo stai pianificando, grazie alla collezione di informazioni delle tue precedenti navigazioni realizzata dai «cookies».

Una situazione complessa e di difficile valutazione che definisce però i contorni di una società della sorveglianza che pare finalmente realizzare l'adagio che «l'informazione e' potere», almeno per chi la detiene. L'opinione pubblica comincia ad essere più attenta ai temi della privacy pian piano che l'ubiquità delle nuove tecnologie elettroniche si fa sempre più evidente nella vita di ognuno, tanto da richiedere misure adeguate per la difesa della riservatezza, e si moltiplicano i tentativi di stati e legislatori di tamponare tale emorragia di dignità e autonomia personale attraverso apposite leggi, volte soprattutto ad impedire, almeno a livello legale, l'uso improprio dei dati cosiddetti sensibili (opinioni, appartenenze politiche, religiose, stato di salute, etc). Qual è il significato della vita? Non so i computer sono inattivi.

 La vita ha un senso se vuoi darglielo se no non ne ha. Sono quei discorsi in cui non si può generalizzare. Per qualcuno il senso della vita possono essere i piaceri spirituali, per altri i piaceri materiali, per altri ancora entrambi, oppure nessuno dei due... A prescindere dalla soggettività, quando ha senso una singola esistenza? Magari, essendo un po' retorici, si potrebbe dire che un esistenza di un uomo ha senso se almeno una volta durante la sua durata ha regalato un sorriso o comunque gioia ad un suo simile. Vedendo la mia esistenza al contrario con un ottica più ampia, oggettiva, e in un lasso di tempo enorme tendente all'infinito, beh...è ben poca cosa!

 «Non so chi mi abbia messo al mondo, né che cosa sia il mondo, né che cosa io stesso. Sono in un'ignoranza spaventosa di tutto. Non so che cosa siano il mio corpo, i miei sensi, la mia anima e questa stessa parte di me che pensa quel che dico, che medita sopra di tutto e sopra se stessa, e non conosce sé meglio del resto. Vedo quegli spaventosi spazi dell'universo, che mi rinchiudono; e mi trovo confinato in un angolo di questa immensa distesa, senza sapere perché sono collocato qui piuttosto che altrove, né perché questo po' di tempo che mi è dato da vivere mi sia assegnato in questo momento piuttosto che in un altro di tutta l'eternità che mi ha preceduto e di tutta quella che mi seguirà. Da ogni parte vedo soltanto infiniti, che mi assorbono come un atomo e come un'ombra che dura un istante, e scompare poi per sempre. Tutto quel che so, è che devo presto morire; ma quel che ignoro di più è, appunto, questa stessa morte, che non posso evitare». (Pascal)
 
 
 
Fonte 
Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.