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LAVORO-Agricoltura: aumentano le donne e i giovani

25/10/2012 14610 lettori
4 minuti
Giovani, intraprendenti e laureati: ecco le ''nuove leve'' dell'agricoltura italiana che, in molti casi, hanno curricula invidiabili e negli ambiti più disparati. Sempre più pesso a scommettere sul settore primario sono proprio ingegneri, insegnanti, avvocati, architetti, geologi, e chi più ne ha più ne metta.
Lo ha rilevato la Cia-Confederazione italiana agricoltori, sulla base di un'indagine effettuata sul territorio nazionale, presentata in occasione del convegno ''Il contributo dell'agricoltura per la riforma del Lavoro e la crescita'', con la partecipazione del ministro Elsa Fornero dal quale è emerso anche che l'agricoltura può essere un vero "ammortizzatore sociale" perchél'occupazione nei campi cresce e le aziende sono pronte ad assorbire 200mila disoccupati. Su questo punto, la Cia propone "la creazione a livello territoriale di distretti produttivi e di meccanismi incentivanti il passaggio dei lavoratori dai settori maggiormente in crisi all'agricoltura, valorizzando il ruolo di "aggregatore sociale" del comparto primario".
Per quanto riguarda i giovani, nonostante la scarsità di ''turn over'' nelle campagne italiane, dove la presenza di ''under 40'' è ferma all'8%, cresce in modo esponenziale il tasso di scolarizzazione della categoria, tanto che oggi tra gli imprenditori junior delle campagne uno su tre ha un titolo di studio elevato, dal diploma in su. 
Andando ad analizzare questo 30%, ci si accorge che tra i nuovi ''dottori'' dell'agricoltura - ha spiegatp la Cia - il 73% ha rilevato l'azienda di famiglia. Ma solo in 4 casi su 10 si tratta di agronomi o di periti agrari, quindi di figli di agricoltori che si sono costruiti un curriculum ''ad hoc'' per rimanere in azienda. Molti di più invece, (60%) sono quelli che hanno percorso altre strade di formazione ma poi, complice anche la crisi, hanno preferito ''non lasciare la strada vecchia per quella nuova'', rimanendo all'interno dell'attività di famiglia, ma reinterpretando la realtà aziendale in senso nuovo e reinventando radicalmente almeno un aspetto fondamentale dell'impresa, dalla fase produttiva a quella distributiva.
Oltre ai ''figli d'arte'', che sono la stragrande maggioranza del totale, c'è una piccola fetta di agronomi ed enologi, rappresentata dal 6% del campione, che decidono di investire in agricoltura, pur non avendo un'attività familiare da cui partire. Ma la vera novità - ha ribadito la Cia - è costituita dal restante 21%: si tratta di giovani completamente estranei all'agricoltura, sia per tradizione che per formazione, che per motivi diversi decidono di ''mollare'' con il percorso precedente, voltando pagina e scegliendo la campagna.
Alla base di questo fenomeno nuovo che sta attraversando il settore - ha evidenziato la Cia - ci sono più fattori. Quasi il 45% di questi imprenditori junior decide di investire in agricoltura dopo esperienze lavorative concluse negativamente nei comparti più vicini alla propria preparazione. Il 33% dichiara di aver scelto l'agricoltura più per la qualità della vita dell'ambiente agricolo che per le reali prospettive offerte dal settore. Mentre il restante 22% è stato coinvolto nella scelta da amici e conoscenti, con cui poi ha iniziato l'esperienza lavorativa in azienda.
Inoltre, dall'indagine della Cia è emerso che in agricoltura la presenza femminile s'è imposta e continua a crescere. Senza bisogno di quote rosa. Oggi infatti le aziende agricole condotte da donne sono più del 33% e le lavoratrici rappresentano quasi il 40% della forza lavoro del comparto. Con un processo graduale di ''femminilizzazione'' che parte proprio dalle regioni meridionali.
Mentre si allentano le possibilità di fare impresa in Italia - è il commento del la Cia - il settore primario diventa foriero di nuove occasioni, in particolare per le donne. In dieci anni la quota di aziende agricole guidate da una ''lei è passata dal 30,4% al 33,3% attuale. Vuol dire che un'azienda su tre in campagna è ''rosa''. Non solo: valori superiori alla media si registrano proprio nel Sud, dove il numero di donne a capo di un'impresa agricola arriva al 34,7% del totale. Più in dettaglio, oggi le ''imprenditrici della terra'' sono un piccolo esercito che gestisce circa 540 mila aziende, di cui 245.045 iscritte alle Camere di Commercio e più della metà a conduzione familiare.
Si tratta di aziende dinamiche e creative, orientate naturalmente alla qualità con il biologico, le produzioni di nicchia Dop e Igp e la vitivinicoltura, ma anche verso quelle attività piu' legate al sociale e alla cura della persona. Regine dell'arte dell'accoglienza e custodi delle tradizioni contadine, infatti, le agricoltrici moderne - ha evidenziato la Cia - aprono le porte delle loro aziende non solo ai turisti, ma alle scolaresche, ai disabili, agli anziani. E lo fanno creando agriturismi, fattorie sociali e didattiche, agri-nidi e agri-asili. Tutti servizi all'avanguardia che fanno schizzare a 9 miliardi di euro il contributo delle donne al valore aggiunto dell'agricoltura (circa 26 miliardi).
Fabio Fiori
Fabio Fiori

Operare nel mondo della comunicazione e del marketing usando passione, intuito fantasia e competenza. Responsabile Ufficio Studi e cordinatore editoriale del quotidiano IM-ImpresaMia- www.impresamia.com

Comunicazione Aziendale Integrata Il successo o il fallimento di un’impresa dipendono dal modo con il quale si raccolgono e si gestiscono le informazioni al suo interno. Si devono tenere sotto controllo sempre più aspetti in tempi sempre più ridotti, perchè la tempestività nelle azioni-reazioni è la chiave del successo.

L’importanza della comunicazione richiede a tutte le imprese una rivalutazione del modo di comunicare, sia verso l’esterno (marketing, pubbliche relazioni, servizi ai clienti), sia verso l’interno (organizzazione, supporto produttivo, supporto decisionale).

La comunicazione è cambiata con internet, e con essa cambiano le imprese, che diventano centri di organizzazione, elaborazione e distribuzione di contenuti informativi a valore, sempre più complessi e nuovi da gestire, nelle forme, nelle modalità e nei canali di distribuzione.

Fabio Fiori Consulente in Comunicazione aziendale

Ha collaborato alle riviste Etiquette e Smoking,Ha svolto la propria attività per British American Tobacco Italia in particolare per la comunicazione e l’immagine del prodotto sigaro TOSCANO anche tramite il sito www.amici della Toscana e l’area Club Amici del TOSCANO ( ideazione di eventi, stesura testi e in qualità di Esperto nel Forum riservato ai soci).E’ stato consulente di Società operanti nei settori: petrolifero (KTI), spettacolo (Accademia Filarmonica Romana); cinema ( Emmepi Comunicazioni); editoria (Lupetti- Editori di Comunicazione, Giunti, Alinari); ristorazione ( Gruppo Autogrill) e comunicazione ( EFFEBI Eventi e Make Tailor ) Nel 2003 è stato co-autore del libro "Accendi i sogni" edito da Lupetti.Consulente Mkt , PR e Ufficio stampa, ha organizzato su mandato dello Stato Irlandese numerose iniziative per l’immagine dei prodotti tipici tra cui viaggi culturali con visita guidata alle fabbriche di birra e il lancio, con successiva gestione Mkt, del primo Irisch Pub in Italia,Ha curato la realizzazione di corsi Mkt per conto delle società Martini e Ramazzotti, Proprietario, con attività di Mkt e Comunicazione, della società Le Coquelicot Srl, specializzata in eventi, meeting aziendali, partecipazioni a fiere per clienti operanti nei settori moda, arredamento, enogastronomia, editoria e turismo.

E’ stato stagista presso la società Hill and Knowlton a seguito di un corso di Mkt e Comunicazione di prodotto organizzato da Procter and Gamble.


Le nuove tecnologie rendono la comunicazione bidirezionale e permettono di sfruttare l’interattività con l’utente per dare un’immagine d’efficienza dell’azienda, creare le condizioni ideali per fornire ai clienti prodotti e servizi sempre più personalizzati, ottenere risparmi economici in termini di tempo e di risorse impiegate.