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Sogno o realtà?

01/12/2013 7234 lettori
4 minuti

Inseguire e realizzare i propri sogni in questo Paese  è un’ utopia.
Ciò che rende più amara questa frase è il fatto che a pronunciarla non siano più solo gli adulti ma noi, noi ragazzi, noi studenti. Persone che si trovano ad un bivio importante della loro vita e devono decidere cosa fare di essa.
Io personalmente avevo un sogno: volevo diventare giornalista e scrittrice.
“Cambia idea” mi hanno detto. “Fai ingegneria, vai sul sicuro.”
Non lo dicono per cattiveria, lo dicono perché lo sanno, perché è così.
Lo dicono perché in Italia se ti azzardi a fare l’ università di lettere e filosofia o fai l’insegnante o fai il disoccupato.
Nelle mie parole si scorge forse un po’ di rabbia, una rabbia legittima. E’ normale che in un mondo tecnologico, industrializzato, in continuo progresso, uno studente di ingegneria, di informatica, di medicina, di lingue orientali, abbia più possibilità di riuscire nella vita, non è normale che quasi solo loro ne abbiano la possibilità. E allora coloro che conoscono Goethe, Dostoevskij, Leopardi oppure Kant, Spinoza, Hegel, sono da gettare a mare?
Io amo l’Italia, la amo come Paese, amo la sua lingua, i suoi paesaggi, la sua sfacciataggine ma anche io, come la maggior parte degli studenti ormai, ho pensato di andarmene. Ho pensato di inseguire i miei sogni altrove, in un Paese dove potrò fare quello che mi piace, quello per cui mi sento portata senza la terribile paura di finire sotto i ponti.
Italia mia, se ci neghi il futuro, come possiamo noi, restare con te?