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Eventi sistemici casi di studio Salone del Gusto e Terra Madre.

10/06/2014 7545 lettori
5 minuti

Il Professor Luigi Bistagnino, direttore scientifico del progetto preside del Corso di Studi di Design del Politecnico di Torino, riassume così il design sistemico: «Quello che io chiamo output di un sistema, diventa input per un’altro, sia in entrata sia in uscita. Quando parliamo ad esempio di materia vergine che cosa intendiamo? La materia vergine è l’output del sistema territoriale che diventa risorsa per chi la utilizza». Una volta incalzato su quanto si possa basare l’opera di pensatori come Fritjof Capra, Gunter Pauli, Humberto Maturana (quando si parla di sistemi auto poietici o, per usare un termine mutuato dalla teoria della complessità, sistemi adattativi), attualizzandola ne conviene con apprezzabile certezza: «Il progettista, chi si occupa di design, è una persona che ha uno sguardo molto ampio sui problemi e utilizzando diversi materiali li sintetizza in qualcos’altro. Facendo ricerche sulla fine vita di prodotto mi sono reso conto che prima di tutto questo portava dei risultati nell’abbassamento di materia utilizzata. Se io ho delle risorse, devo cercare di utilizzare quelle che servono per la mia vita, facendo si che quello che non uso non sia sprecato, ma sia utilizzato per qualcos’altro».

Viviamo in un mondo - economico, sociale, politico, istituzionale, culturale- caratteriz­zato da una polifonia, una pluralità di voci. Ad ogni angolo di strada, in ogni paese, attraverso ogni medium, voci diverse si esprimono. La polifonia complessiva è un po' sgangherata: le voci risuonano per lo più inconciliabili, come una babele via via più aggrovigliata. Riprendiamo col dire del Professore Bistagnino. «E’ dall’inizio del novecento che si parla di questa cose: Maturana, Varela, Bertalanffy, la cibernetica stessa ha affrontato queste tematiche, le grandi scuole tipo il Bauhaus hanno cercato di intrecciare fonti, materia e saperi diversi, la progettazione che prende da altri campi, dall’ergonomia ma anche dall’arte. Da progettista ho analizzato queste cose e ho cercato di far si che diventassero un elemento del progettare, guardando con occhi diversi le cose che sto manipolando. Non è più il prodotto, la parte essenziale, ma è come tratto la materia e come gestisco la progettazione. Ma se cambio questo, cambio inevitabilmente il prodotto. Il design si è sempre occupato dell’ultima parte, il prodotto, mentre se devo cambiare il mondo, devo cambiare anche il processo produttivo, non solo il prodotto, altrimenti è un mero maquillage».

Presentato il Salone del Gusto 2014 di Torino. Nell’edizione del 2014 del Salone del Gusto e Terra Madre al centro della scena ci sarà la tutela della biodiversità che purtroppo è sempre più a rischio.  Petrini striglia l’Expo: « Si è trasformato in un evento che non ha nulla a che fare con il cibo. Dieci edizioni del Salone e dieci anni di Terra Madre. Certo, se si ripensa al 1996, era proprio un altro mondo! Esordisce così Carlo Petrini, presidente di Slow Food, in occasione della presentazione del Salone del Gusto e Terra Madre, che si svolgerà dal 23 al 27 ottobre 2014 a Torino Lingotto Fiere e Oval». L’edizione di quest’anno precederà di pochi mesi l’Expo 2015 di Milano che avrà proprio il cibo come filo conduttore. E su questo si concentra l’attenzione di Petrini: «Da quando l’hanno presentato, si è trasformato in un evento che non ha nulla a che fare con il cibo, con la nutrizione e con il pianeta, ma non scordiamoci che l’asso di picche è rappresentato da Terra Madre! Parteciperemo all’Expo in maniera critica perché questo evento non ha anima. Expo va trattato con determinazione, chi gli vuole bene non può stare zitto, ed è per questo che noi alziamo la voce andando controcorrente. Dobbiamo metterci l’anima, e questo significa garantire il diritto al cibo per tutti». Ha finito Petrini. (altro)

 

 

Fonte: www.greenews.info

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.