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Il Disegno industriale

16/07/2014 11776 lettori
5 minuti

Milano ha alle spalle una lunga tradizione nella pratica e nella professione del design, che nasce a inizio secolo dalla cultura materiale dell’artigianato e dell’industria lombarda e che esplode con originalità e autorevolezza dal dopoguerra, negli anni ‘50. Si era intenti, con la solita consuetudine, di occuparsi all’approfondimento di start up specificatamente a una delle componenti essenziali con il capitale, il disegno industriale. «Le start up non hanno bisogno solo del capitale per avere successo: serve supporto tecnico, nel design, e assistenza nell’assunzione del personale, nel marketing e nella gestione del prodotto». Acceso il computer su «Face book» noto una notizia, la condivido e dopo approssimata riflessione suscettibile di approfondimenti, la inserisco nel cotesto del contributo che prosegue.

Google punta sulle start up europee con 100 milioni di dollari

Google Ventures, il venture capital di Mountain View, è pronta a scommettere sull’Europa. L’obiettivo di Google è chiaro: avere fiducia negli innovatori europei, non fosse altro per la «fedeltà» che in ogni caso continua a registrare. Affidamento di certo incoraggiante e quanto mai opportuno per un’Europa ancora in difficoltà. Da quanto sembra di poter evincere, il sistema per la tracciabilità delle start up, è presto detto: Google trova le start up grazie al posizionamento online con tutti i mezzi che lo coadiuvano e stimolano l’engagement. Partecipando alle discussioni avviate sui profili ufficiali di Google Ventures, cioè Face book, Twitter e Google +, attraverso LinkedIn e tutto ciò che può creare passaparola, si viene annoverati nelle liste di Business Angels, cioè una rete che gestisce automaticamente chi sono gli investitori più papabili.

A Mountain View sono già convinti che capitali come Londra, Berlino e Stoccolma possano diventare le nuove Silicon Valley, tuttavia al momento, non figurano città italiane che possano fungere da punto strategico per questa manovra. Gli investimenti poi, sono avviati in aziende già esistenti e operative, cioè aziende che hanno già ricevuto finanziamenti. Il colosso di Mountain View ha le idee piuttosto chiare. «Il nostro obiettivo è semplice - queste sono state le parole di Bill Maris, colui che gestisce il fondo monetario - vogliamo investire nelle migliori idee dei migliori imprenditori europei e aiutarli a realizzarle. […] Le start up non hanno bisogno solo del capitale per avere successo: serve supporto tecnico, nel design, e assistenza nell’assunzione del personale, nel marketing e nella gestione del prodotto».

Da oltre cinquant’anni l’industrial design è entrato nelle Università e negli Istituti scientifico-tecnologici di tutto il mondo, dapprima nei paesi industrializzati europei, in America settentrionale e Giappone e quindi nei paesi emergenti e di più recente sviluppo, India, Cina, Brasile, Argentina, Corea, Taiwan. È proprio Milano, con il suo Politecnico, il luogo elettivo per la nascita, nel 1993, del Corso di laurea in Disegno industriale, il primo in Italia. Il Politecnico è un luogo di formazione all’avanguardia, punto d’incontro di culture diverse che uniscono gli studi architettonici e artistici, caratterizzati dalla creatività e dallo studio dei problemi della forma, insieme con quelli tecnici, scientifici e dell’ingegneria. A questo si aggiunge la storica capacità di questa sede universitaria nel costruire un dialogo con la grande tradizione imprenditoriale e della gestione delle piccole e medie imprese che arricchiscono il territorio lombardo e italiano in generale.

 

“We designers, we don’t work in a vacuum. We need business people. We are not the fine artists we are often confused with. Today you find few companies that take design seriously, as I see it.”

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.