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Le Marche: un territorio di qualità.

07/10/2014 8979 lettori
4 minuti

La derivazione del nome della regione è certamente germanica: Marca (dal tedesco Mark = territorio) significava paese di confine. Alla fine del X secolo esistevano fra l’Appennino e il Medio Adriatico, alcune Marche: la Marca di Camerino, la prima e ne seguirono altre. Una curiosità che risolve, nel valorizzare, l’importanza di una città, Camerino, da me menzionata ma non saputa qualificare. Amene discussioni che si fanno tra amici quando s’intrattengono, nella stessa vettura, durante il tragitto per una visita di piacere quasi impegnativa: la nostra meta, muovendo da Castelfidardo, il Santuario di Loreto.   

Il Santuario di Loreto è sempre stato un centro di fede e di devozione e allo stesso tempo è stato, e continua ad essere, un laboratorio d'arte e di cultura. Incantati della sontuosa costruzione barocca in stile tipicamente rinascimentale, ci si pone il dove orientare il prosieguo della nostra visita. I camminamenti di ronda della basilica sono corridoi coperti e sporgenti con una serie continua di finestre a volta attorno alla parte superiore della basilica, per consentire un’agevole difesa in caso di attacco nemico. Un rumoroso tuono fa desistere dall’idea di percorrerli. Visti i limiti d’orario va a vuoto anche l’occasione di visitare le Sale del Museo - Antico Tesoro della Santa Casa dove sono custodite ed esposte nove tele di Lorenzo Lotto, uno dei più grandi pittori del Cinquecento europeo.

Lorenzo Lotto Acquistata in così pochi anni una notevole fama, il pittore è invitato nel 1506 nelle Marche dai domenicani di Recanati, con i quali mantenne ottimi rapporti per tutta la vita. Nel 1508 terminò il grande polittico per la chiesa di San Domenico, ora conservato nella Pinacoteca comunale. In un'architettura tradizionale inserì figure monumentali e inquiete, immerse in una penombra percorsa da una luce che crea forti contrasti. L'opera chiuse il ciclo giovanile dell'attività del Lotto, ormai pittore maturo e consapevole dei propri mezzi. Lotto iniziò l'inquieto vagabondare che lo porterà in una condizione di emarginazione, tanto provocata che subita[10].

A giudicare dalle influenze in opere successive visitò Perugia e Firenze, dove ammirò alcune opere, tra gli altri, di Perugino e Raffaello, e finì poi per tornare nelle Marche, dove è documentato per il contratto firmato il 18 ottobre 1511 con la Confraternita del Buon Gesù di Jesi per una Deposizione nella chiesa di San Floriano (ora nella locale Pinacoteca). Si recò poi nuovamente a Recanati, dove dipinse anche la Trasfigurazione per la chiesa di Santa Maria di Castelnuovo, oggi al Museo Civico, impostata su modelli raffaelleschi a cui però reagì mostrando repentini scatti espressionistici e schemi compositivi complessi, con figure in pose macchinose. Il trionfante classicismo romano aveva certamente turbato le certezze veneziane e nordiche di Lorenzo senza però convincerlo realmente; sembra che egli lo sperimenti quasi ad avere conferma della sua inefficacia[10].

Il Museo - Antico Tesoro della Santa Casa espone opere d'arte tra queste: Il libro di spese diverse è il manoscritto autografo di Lorenzo Lotto, conservato in originale presso l’Archivio Storico della Santa Casa di Loreto. Benché datato sulla copertina 1542, questo diario minuto contiene notizie risalenti a qualche tempo prima, cioè al 1538. E’ un documento di grande interesse perché accanto alla contabilità dei propri crediti e debiti, annotati con diligenza e scrupolo nella doppia partita del dare e dell’avere, vi sono brevi annotazioni, commenti, osservazioni del Lotto.

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.