Come fare (quasi) qualsiasi cosa.
Pregi e difetti della proposta renziana Job Act. Una legge per il lavoro. Una denominazione breve, concisa, moderna, planetaria. La scelta dell’inglese per la nuova legge sul lavoro non è casuale, è un simbolo di semplicità e trasferibilità. Con un evidente rimando alle politiche d’oltreoceano: nel 2011 il presidente americano Barack Obama aveva presentato in un discorso trasmesso a reti unificate il suo American Jobs Act. Il Jobs Act di Matteo Renzi Presentato l’otto gennaio di quest’anno, il Piano per il lavoro del Partito democratico è caratterizzato da un basso grado di dettaglio (solo indicazioni programmatiche) ma ha il grande merito di superare le barriere ideologiche prevedendo, ad esempio «un contratto di lavoro stabile a tempo indeterminato senza articolo diciotto con tutele crescenti per tutti i nuovi assunti».
Tutte le lingue hanno sempre fatto uso di forestierismi spesso con scarsa tolleranza per i forestierismi superflui, soprattutto se usati in situazioni istituzionali o pubblici, come la politica. Un anglicismo che imperversa ultimamente, Job (s) Act, è un esempio tipico: «l’esatto significato non è del tutto chiaro, neppure per chi conosce bene l’inglese, e non si capisce neanche come vada scritto». L’ispirazione per Jobs Act va probabilmente cercata in un uso improprio della parola Act, l’American Jobs Act/, descritto nel sito della Casa Bianca come «il piano del presidente Obama per creare postin di lavoro» e nome informale di una proposta di legge presentata da Obama al Congresso degli Stati Uniti nel 2011 ma non approvata nella formulazione originale per mancanza del numero sufficiente di voti, quindi rimasta allo stadio di bill o proposal (la terminologia usata nel discorso di presentazione).
In inglese la parola act, in particolare se scritta con l’iniziale maiuscola, identifica un atto legislativo approvato dal parlamento e promulgato dal capo dello stato (una legge). È più probabile che Renzi intenda invece una proposta di legge, ma in questo caso in inglese il termine corretto è bill (e comunque in Italia si deve essere parlamentare per presentarne una). «Quando si introduce un nuovo concetto nato in un’altra lingua, oltre al prestito si può optare per un calco, ad es. intellifonino, una polirematica, ad es. telefono intelligente, oppurecreare un neologismo ad hoc (la scelta meno frequente). Vanno comunque considerate le tendenze della propria lingua e del campo terminologico in cui si opera, ad es. in ambiti tecnici raramente hanno successo soluzioni dal sapore arcaizzante o molto lunghe o troppo generiche, opache o poco precise».
Immagine: FabLab. La “Smart Croccoriga” di Halloween
Fonte: blog.terminologiaetc.it/2014/01/09/significato-job-jobs-act/