Tra una frequentazione trascurata e un’attrattiva immediata.
Il Teatro Sociale ospitò il Teatro alla Scala dopo che il bombardamento del 1943 rese inagibili, l’importante sala milanese. Grazie a questa collaborazione, a Como si esibirono i migliori artisti dell’epoca. Vuoi per soggezione, vuoi per mille altri motivi, pigrizia compresa, trascurai la frequentazione di questo monumentale Teatro, limitandomi all’immaginarlo nel sentito dire e a qualche attrattiva lettura.
Straordinarie furono le atmosfere create dai grandi virtuosi e artisti, riportate nelle cronache del tempo: 1823 Nicolò Paganini «fece sentire in quell’accademia il suo violino toccato dalle dita del suo genio portentoso e sublime. Dal teatro tutti partirono meravigliati e convinti non poter altri arrivare a tanto valore». Nel 1829 è la volta di Giuditta Pasta con Tancredi di Rossini e un concerto nel 1832 ad incantare e ammaliare il pubblico comasco che, riconoscente, immortala gli eventi con una lapide e la realizzazione di un busto marmoreo. Nel 1837 è la volta del ‘re del pianoforte’ Franz Liszt, che esegue le sue composizioni: La serenata e L’orgia.
La cronaca racconta: «tanto si era investito che tutto si elettrizzava; la fisionomia sua si alterava e cadendogli alle gote la sciolta capigliatura e smorto e smilzo essendo il volto, non sembrava più lui, perché tutt’era immerso con piacere nell’esecuzione del suo pezzo musicale». Il 24 dicembre 1837 nasceva a Como, da Franz Liszt e madame d’Agoult, Cosima Liszt futura signora Wagner. Anche il mondo dell’operetta ha sempre avuto un posto importante nella vita del Teatro Sociale tanto che nel 1911, Franz Lehàr, lo scelse per rappresentarvi, in prima assoluta italiana, il suo lavoro Amor di zingaro. http://goo.gl/0ifhYp
L’attrazione al Teatro è stata più immediata forse anche e soprattutto per un invito alla cerimonia di premiazione dei vincitori del rinomato concorso organizzato dal Cif che si è svolta ieri, 7 marzo, al Teatro Sociale di Fasano. «Nella sua 27° edizione il Premio Letterario «Donna», promosso dal Centro Italiano Femminile di Fasano presieduto da Mina Corelli, ha acquisito respiro internazionale, a conferma della sua grande valenza culturale e sociale. La cerimonia di premiazione del concorso si è svolta al Teatro Sociale nella serata di ieri (sabato 7 marzo), vigilia della Giornata in cui si celebra l’universo femminile. Decisamente sorprendenti le cifre di questa annata: sono state 1500 le opere inedite giunte sul tavolo della giuria composta da Mina Corelli, Michele Iacovazzi, Mariella Muzzupappa e Rita Sovrani, alla guida del Cif provinciale».
Presidente della speciale commissione chiamata a selezionare con rigore gli elaborati è stato lo scrittore friulano Fabio Muccin, vincitore della sezione prosa dello scorso anno e punto di riferimento per l’organizzazione del Premio che da quest’anno è stato aperto agli aspiranti scrittori di tutto il mondo. E non sono mancate le partecipazioni da Spagna, Irlanda, Francia, Germania, e poi Marocco, Brasile e Canada. La serata, condotta dalla giornalista Claudia Bruno, si è aperta con i saluti della prof.ssa Mina Corelli che ha mostrato il suo entusiasmo per il sempre più crescente numero di partecipanti e per la proficua collaborazione tra il sodalizio da lei presieduto e l’Amministrazione Comunale che ha patrocinato l’evento.
La cerimonia di premiazione, tuttavia, è stata introdotta da un preambolo dedicato alla riflessione: per l’edizione 2015, il gruppo composto dai freschi talenti di Maristella Curri, Marco Leone, Giulia Zizzi e Danilo Sabino, ha omaggiato i tanti presenti con un sentito percorso dedicato alla scrittura di lettere d’amore, una bella abitudine ormai quasi del tutto soppiantata dalla rapida tecnologia. Servendosi di alcune delle lettere contenute nel volume «Inchiostro d’amore» di Fabio Muccin e di famose canzoni come Scrivimi di Nino Buonocore, i quattro giovani hanno presentato un inno alla scrittura di epistole d’amore, una pratica capace di rilevare «l’essenza cristallina di ciò che siamo». http://goo.gl/mNhOZp
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