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Condivisione e creazione di contenuti.

18/04/2015 7894 lettori
5 minuti

La condivisione di contenuti ha uno scopo leggermente diverso: nel contesto sociale la condivisione di notizie è un tentativo di avviare una conversazione costruttiva. Non esiste vera conoscenza già codificata e disponibile per essere passivamente appresa dagli individui. La conoscenza dipende dall’ambito in cui si produce. Per altro, se si accetta che debba essere creata, per definizione diventa dipendente da chi la crea e dal processo che a tale scopo è utilizzato. Da qui l’idea insistente che non si possa prescindere dal processo di creazione di conoscenza, per ogni attività o iniziativa che si va ad intraprendere. «Gli individui, i gruppi, le organizzazioni, le città, sono tutti esempi di sistemi sociali, cioè sistemi viventi che hanno caratteristiche evolutive comuni. Essi mostrano un’innata tendenza a produrre nuova conoscenza (nuovi modelli di comportamento e di sviluppo) per co-evolvere insieme all’ambiente: in una parola, per sopravvivere».

Un mix di entrambe le condotte - la creazione e la condivisione di contenuti - produrrà i migliori risultati. È importante considerare i propri obiettivi al riparto del budget. Il bilancio di previsione è un documento contabile, che generalmente gli enti pubblici e privati sono tenuti a redigere, in cui vengono stabiliti gli atti di previsione relativi a un futuro bilancio, al fine di conseguire un determinato risultato. Esso rientra tra gli strumenti fondamentali di programmazione e di controllo dell'attività economica. Esso viene anche detto budget (termine della lingua inglese, derivato dal francese bougette, traducibile in italiano come borsa; la voce è poi rientrata in francese come "budget" [1]).

«In tutte le civiltà umane esiste l’idea di mercato come luogo deputato all’incontro tra persone con bisogni diversi che desiderano scambiare beni e servizi. La caratteristica dei mercati di oggi è che lo scambio è guidato non dai bisogni, ma dal profitto. È pura ideologia pensare che la società possa funzionare al meglio lasciando i mercati liberi di perseguire il profitto, e che i mercati possano operare efficacemente soltanto limitando le interferenze al minimo. Le regole che governano il funzionamento dei mercati sono stabilite dai potenti; il nostro dramma è aver permesso che questo accadesse». (Raj Patel. Il valore delle cose e le illusioni del capitalismo, p.27).

La filosofia della condivisione è un'indagine razionale nella quale convergono saperi diversi e che vede coinvolti filosofi, economisti e sociologi di tutto il mondo accomunati da un ripensamento delle strutture economiche e sociali vigenti[1] al fine di valutare le migliori condizioni di libertà e di giustizia in una società consumistica. «Per permettere alla società dei consumi di continuare il suo carosello diabolico sono necessari tre ingredienti: la pubblicità, che crea il desiderio di consumare, il credito, che ne fornisce i mezzi, e l’obsolescenza accelerata e programmata dei prodotti, che ne rinnova la necessità», Serge Latouche, Breve trattato sulla decrescita serena, Bollati Boringhieri, 2008, p.27

A Francesco Morace, Sociologo, consulente strategico di Aziende e Istituzioni e Presidente di Future Concept Lab, è stato chiesto tra l’altro: «la globalizzazione ha messo in circolo vecchie metodologie di sfruttamento, come elaborare una visione internazionale virtuosa»? «Prima di tutto – la risposta - definendo il territorio dei valori. Noi abbiamo assistito alla prima globalizzazione, a quella che spingeva a una sorta di uniformità e di omologazione globale al fine di poter sfruttare un vantaggio economico. Si è lavorato in un’ottica di economia di scala e non, invece, in una direzione di una varietà felice, che è alla base della vera crescita. Non si cresce se non si è diversi, anche biologicamente. La biodiversità è la base stessa di una crescita sana. Tuttavia può esistere un’altra forma di globalizzazione – che io definisco seconda globalizzazione – la quale non punta al modello classico della moltiplicazione degli standard, ma a un'unicità che diventa universale. Ciascuno porta un contributo che è unico e che non azzera le culture locali».

 

Fonte: http://goo.gl/sPj7AN

Immagine: http://goo.gl/JWwc55

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.