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La Fiera dell'Eccellenza

05/05/2015 10420 lettori
5 minuti

Molto più complessa la premiazione de «I giardini dell'Eccellenza» che ha visto in gara i sette vivaisti espositori giudicati da tre diverse giurie: quella tecnica (composta da Giorgio Skoff, Antonio Bernardoni, Ugo De Corato, Giovanni Guerra, Loredana Modugno, Bernardo Bruno e Giovanni Nardelli), quella pubblica (dove a giudicare erano i visitatori) e quella interno-amministrativa (composta dal sindaco Lello Di Bari, dagli assessori Laura De Mola e Renzo De Leonardis e da Antonio Conte, Leonardo Lorusso, Paolo Lorussi e Francesco Mastrovito). 

Per quanto relativo trovo interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarsi per poter essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una nuova conoscenza, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto. Un’ambizione forse mai sopita e ne tampoco soddisfatta per evidenti limiti o fraintendimenti. Conforta comunque la comprensione di chi, pur con un certo distacco ha sempre lasciato correre talune riflessioni consentendo una qualche maniera di espressività. Ostinato nel mio modo di essere da subito giunto a Fasano ho cercato la vicinanza alle iniziative che di volta in volta diventano eventi. 

Incrociato casualmente «Comunitàzione», come può capitare a chi naviga e cerca «di cavalcare le onde internettiane», da lì per lì ho voluto calarmi nel ruolo «attivo», in verità non del tutto coinvolto in un processo al quanto dinamico e ad un’erompente comunicatività piena di vita. Magari intriso di un qualche zelo generazionale, ho cercato spunti di riflessioni in base alla conoscenza tacita che è propria; forte di una derivante «intuizione», continuo a predispormi per un possibile apprendimento verso quei contenitori di conoscenza esplicita cha via via capitano. «L’oceano d’internet è pieno di rotte impervie, bisogna avere occhi acuti e senso critico, ma soprattutto bisogna avere un punto da cui salpare».

Proprio il riferimento all’individuo in quanto tale e in quanto membro di una comunità, con identità autonoma e la propria specifica eccellenza, riporta alla dimensione creativa artigianale, che tanto ha sorpreso l’umanità per serietà e perfezione. La storia dell’artigianato è storia dell’uomo, della sua abilità nel modificare ed adattare ciò che la natura gli proponeva. Pensiamo alla primordiale necessità di raccogliere e conservare l’acqua, i frutti, i semi. Di qui i primi manufatti in pietra o in legno o ricavati da frutti disseccati e svuotati. «Sebbene la linea di distinzione tra arte ed artigianato sia spesso poco definita e in alcune circostanze forse priva di significato, in generale l'arte risponde ad una necessità di pura espressione, mentre l'artigianato, come il design, pur contenendo spesso elementi artistici, risponde ad una necessità di un utilizzo definito».


 

Fonte      : premiati i vincitori dei concorsi abbinati.

Immagine: http://goo.gl/7HTnAj  

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.