Le motivazioni della crisi del capitalismo societario.
Per Mauro Magatti il primo punto è ciò che egli definisce il «capitalismo societario», ossia «la configurazione sociale che caratterizzava Europa e Nord America nel secondo dopoguerra. Questo modello si basa sulla priorità dell'istituzione sull'individuo e sul carico di contenuti di cui venivano investite le istituzioni sociali: esso coincide, in pratica, con la fase della diffusione dei sistemi di benessere». Il capitalismo societario, proprio per queste sue connotazioni fortemente istituzionali e quindi rigide, era destinato ad entrare in crisi, così che, nei decenni più recenti, l'autore è portato a ritenere che esso sia stato soppiantato da ciò che egli denomina «capitalismo tecno-nichilista». Le motivazioni della crisi del capitalismo societario e del suo superamento vengono individuate nella rottura del rapporto di equilibrio all'interno di alcune categorie sociali moderne, che esso aveva precedentemente mantenuto: «il rapporto tra logos e pathos, la relazione tra immanenza e trascendenza, quella tra libertà e controllo».
Intanto lasciate che io chiarifichi ulteriormente la soggettiva metodica di conoscenze, che vuole tenere in debito conto la semplificazione di talune acutezze i cui effetti spesso sviliscono le indagini dirette ad acquisire informazioni, notizie e documenti utili. Una metodologia tanto elementare nella formulazione quanto complessa nei risultati. «Con l’evoluzione del linguaggio e dei simboli, degli scambi culturali, all’uomo si è aperta una capacità di generalizzazione e di riflessione in modo da permettergli il raggiungimento della coscienza di sé, di essere un io nel mondo. La coscienza superiore ci libera dalla schiavitù del qui e ora, permettendoci di riflettere, di analizzare i nostri sentimenti, di attingere alla cultura e alla storia, di raggiungere un nuovo ordine evolutivo e morale». (R. Levi Montalcini. Pace all’Anima Sua).
In questa densa tradizione va a collocarsi il volume di Mauro Magatti, «che esamina l'evoluzione più recente del modello capitalista sostanzialmente dagli anni Ottanta ad oggi, delineandone le nuove caratteristiche, i complicati meccanismi del suo operare, le sempre più ambigue conseguenze sulla vita sociale e politica». La condivisione di contenuti ha uno scopo leggermente diverso: nel contesto sociale la condivisione di notizie è un tentativo di avviare una conversazione costruttiva. Non esiste vera conoscenza già codificata e disponibile per essere passivamente appresa dagli individui. La conoscenza dipende dall’ambito in cui si produce. Per altro, se si accetta che debba essere creata, per definizione diventa dipendente da chi la crea e dal processo che a tale scopo è utilizzato. Da qui l’idea insistente che non si possa prescindere dal processo di creazione di conoscenza, per ogni attività o iniziativa che si va ad intraprendere. «Gli individui, i gruppi, le organizzazioni, le città, sono tutti esempi di sistemi sociali, cioè sistemi viventi che hanno caratteristiche evolutive comuni».
Essi mostrano un’innata tendenza a produrre nuova conoscenza (nuovi modelli di comportamento e di sviluppo) per co-evolvere insieme all’ambiente: «in una parola, per sopravvivere». Un mix di entrambe le condotte - la creazione e la condivisione di contenuti - produrrà i migliori risultati. È importante considerare i propri obiettivi al riparto del budget. Il bilancio di previsione è un documento contabile, che generalmente gli enti pubblici e privati sono tenuti a redigere, in cui vengono stabiliti gli atti di previsione relativi a un futuro bilancio, al fine di conseguire un determinato risultato. Esso rientra tra gli strumenti fondamentali di programmazione e di controllo dell'attività economica. Esso viene anche detto budget (termine della lingua inglese, derivato dal francese bougette, traducibile in italiano come borsa; la voce è poi rientrata in francese come «budget» [1]).
«In tutte le civiltà umane esiste l’idea di mercato come luogo deputato all’incontro tra persone con bisogni diversi che desiderano scambiare beni e servizi. La caratteristica dei mercati di oggi è che lo scambio è guidato non dai bisogni, ma dal profitto. È pura ideologia pensare che la società possa funzionare al meglio lasciando i mercati liberi di perseguire il profitto, e che i mercati possano operare efficacemente soltanto limitando le interferenze al minimo. Le regole che governano il funzionamento dei mercati sono stabilite dai potenti; il nostro dramma è aver permesso che questo accadesse». (Raj Patel. Il valore delle cose e le illusioni del capitalismo, p.27).
Il rapporto che l’uomo ha stabilito con la tecnica nel senso dello spirito che ha guidato l’Occidente nella sua avventura capitalista, in quella fase storica che l’autore definisce tecno-nichilista. La crisi non come incidente di percorso, ma come esito di un certo tipo di sviluppo e come segno delle sue debolezze. «I fallimenti della libertà e le vie del suo riscatto». http://goo.gl/8pIia9
Immagine: Leonardo Boff, teologo e scrittore