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Como. Installazione firmata Daniel Libeskind.

09/10/2015 12524 lettori
5 minuti

Fattene le debite proporzioni, si discute sull’oggettività dell’opera. Risalta quel sottile raggio di sole che si riflette. Un naturale illuminamento che ne definisce i contorni, senza confondersi. Un’attenta valutazione basilare: isolare il possibile grado di percezione suppletiva originato da caratteristiche cui l’opera può trasmettere in virtù di ambientazione e installazione medesime. Una scenografia desunta dal prototipo differisce da uno scenario previsto dall’ideazione. Al tempo stesso una configurazione riprodotta e assemblata con maestria propone quell’ammaliante istrionica unicità. E Daniel Libeskind? Con quel volto oggettivamente simpatico e comunicativo propone alla sua maniera la voluta donazione: «L’opera fonde gli elementi energetici e scientifici a quelli naturali. Crea un ideale terzo polo collocato tra il Faro di Brunate e il Tempio dei giardini pubblici. Entrambe le opere, non a caso, sono dedicate a Volta. Il monumento vivrà sui giochi di luce e trasparenza, in modo da incastonarsi coerentemente nello spazio circostante rispettando la profondità e i coni visivi compresi in tutto il primo bacino».

Tra un invito a visitare l’EXPO di Milano e l’occasione di una tranquilla mattinata soleggiata da spendere in città, preferisco quest’ultima con il proposito di ripercorrere in lungo la diga Piero Foranea Caldirola, che altro non è se non un muro che si addentra nel lago fino quasi alla sponda opposta, da un lato del quale si estendono alcune banchine galleggianti alle quali sono ormeggiate diverse imbarcazioni. In fondo a questa camminata la stradina si allarga in una minuscola piazzetta rotonda e tranquilla, dalla quale è possibile vedere l’orizzonte della città, nella quale spicca la cupola illuminata del duomo. Da questo punto si ha una visuale privilegiata anche sulle altre sponde del lago, lungo le quali si distinguono con facilità le principali ville illuminate che vi si affacciano. E a far data sei ottobre u.s. l'opera «The Life Electric»: un monumento in onore di Alessandro Volta, sorge al centro del primo bacino del Lago a Como, posto nel tratto terminale rotondo della diga foranea di fronte a Piazza Cavour. «L’opera è dell’archistar Daniel Libeskind: pulita, lineare, profondamente contestualizzata all’ambiente. Alta circa m.16,50 ha la forma di due sinusoidi che si contrappongono e giocano reciprocamente tra curve e movimento».

In occasione dell’uscita del nuovo numero della rivista Magic Lake, all’interno di un ampio servizio dedicato a Life Electric, opera firmata Daniel Libeskind, sono stati pubblicati nuovi e inediti render. Immagini che mostrano con chiarezza l’effetto specchio dell’installazione che, in questo modo, si contestualizza in modo pienamente armonico con l’ambiente. La cornice del primo bacino, tra acqua, montagne e luce, viene così riflessa in un continuo mutamento di forme e colori. Il servizio dedicato a Life Electric contiene anche un pensiero a firna di Daniel Libeskind.

«La combinazione della bellezza di Como con la serenità del suo lago, con l’ispirazione che suscita Volta e con la stupenda ambientazione del diga Foranea formano le fondamenta di Life Electric. La robusta costruzione in acciaio è una scultura luminosa, un’icona del 21° secolo per Como. La sua struttura e la sua forma estetica creeranno riflessi sempre mutevoli, sempre splendenti, sia nel cielo che nel lago. Dall’alba al tramonto la curva organica giocherà con le diverse sfumature della luce e animerà questo nuovo spazio pubblico. Sono davvero entusiasta di poter contribuire alla lunga storia di Como, che parte dagli antichi romani e giunge al Razionalismo moderno, con una scultura che riflette l’energia della vita contemporanea e l’arte». (Daniel Libeskind)

 

Fonte: http://goo.gl/kLCJRm Immagine: http://goo.gl/ZWYUN8

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.