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Dare uno scopo alle proprie letture

06/01/2016 11668 lettori
4 minuti

Orientare la riflessione verso la ricerca e la creazione di relazioni, in abito di reciprocità, è stata e resta la meta. Fare considerazioni originali e pertinenti, incitare la creatività, incoraggiare iniziative tese a riabilitare il senso primario dell’agire politico, assecondare la cultura come vettore d’emancipazione, non può rientrare nelle mie competenze, ma regge il vedermi interessato. L’estenuante ricerca di un buon risultato, svolta con una metodologia empirica che vuole spiegare grandezze il cui valore e le cui relazioni non possono essere valutate altrimenti che con l’esperienza, stenta a soddisfare. È importante recuperare il senso della propria identità, una volta lasciata la professione e smesso ogni ruolo.

L’aver potuto riflettere su l’esercizio professionale, durato sette lustri abbondanti, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità, ed aver visto emergere quel tacito agire desumibile da indizi e concretezza dei fatti, mi induce a perseverare nel proposito di incitare la creatività. Una creatività che possa produrre nuove idee: «creatività e cultura costituiscono il pilastro della qualità sociale». La creatività è strettamente legata all’originalità, la creatività e qualcosa di nuovo che nasce spontaneamente, altrimenti c’è già il conosciuto, il già fatto che viene portato avanti, il ripetere che diventa rassicurante e non riserva mai sorprese.  

Il successo in uno scambio comunicativo dipende non dalla ricostruzione di un significato, ma dal riconoscimento da parte dell’ascoltatore dell’intenzione del locutore: precisamente di avere un effetto sulla mente dell’ascoltatore ed insieme l’intenzione che il riconoscimento dell’intenzione stessa sia parte costitutiva del contenuto del messaggio comunicato. Un tema di grande attualità e d’interesse comune e vitale: ormai in tanti si è abituati a vivere, lavorare, apprendere tramite internet; uno strumento sempre più onnipresente nel nostro quotidiano. Un utile mezzo di comunicazione e diffusione d’informazioni, decentrata destinata a portare cambiamenti efficaci nella struttura dei mass media e nel loro rapporto con la società. La «naturale» valorizzazione di una conoscenza liberamente e immediatamente disponibile, ci ha indotto a riprendere parte di un precedente contributo stante l’intenzione di voler mettere in risalto l’utilità di dare uno scopo alle proprie letture.

Scoperto Italo Calvino con le storie di Marcovaldo: quelle in edizione riadattata prese dall'antologia scolastica, sollecitato da me medesimo a dare uno scopo alle confacenti letture col piacere di scorrere pagina dopo pagina fino alla fine del libro, cerco di integrare l’insegnamento teorico con esperienze pratiche. Con il romanzo «La chiave a stella» Primo Levi da par suo celebra il lavoro vero, quello non di carta, con una frase efficace: «Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra, ma questa è una verità che non molti conoscono». Ad un tempo e con la stessa mirabile efficacia,  utile il tema trattato dal Professor Luca Fortunato – Agronomo. Argomento d’interesse culturale e generale. «Le competenze di un qualunque professionista sono (o dovrebbero essere) formate da un mix equilibrato di Sapere, Saper fare, Saper essere: l’equilibrio virtuoso, come ci insegnano gli esperti della materia».

Come corollario, da Wikipedia l'enciclopedia libera, un’altra opportunità. Il Web 2.0: «è un'espressione utilizzata spesso per indicare uno stato dell'evoluzione del World Wide Web, rispetto a una condizione precedente». S’indica come Web 2.0 «l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono un elevato livello d’interazione tra il sito web e l'utente…». Per meglio comprendere i concetti fondamentali del Web 2.0 può valere la pena di guardare il video

 

Foto: jpeg biblioteca-spinea.it 

 

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.