Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

Penso che il talento sia un dono.

27/10/2016 16498 lettori
4 minuti

C’eravamo lasciati in buona armonia e non poteva essere altrimenti; hai visto mai dissonanza tra due amici in perfetta intesa che sono riusciti a stabilire tra loro un rapporto di comunicazione, di sentimento? «L'essenza della perfetta amicizia sta nel rivelarsi profondamente all'altro, abbandonare ogni riserva e mostrarsi per ciò che si e' veramente». Ci risentiamo a distanza di qualche tempo mentre divago soffermandomi sul web: «il talento può essere una condanna? Una domanda di Ofelia mi ha fatto riflettere su una cosa che penso spesso....... possedere un talento, ad esempio in campo artistico, ma non solo....... è sempre positivo? Voglio dire... trovate che possa condizionare? Che in virtù di quella forte spinta ci si trovi a fare scelte di vita e di lavoro non propriamente sagge o remunerative... ».

Penso che il talento sia un dono. «Però è un dono impegnativo. Non è come, che so, un bell'anello con diamante da portare al dito e far luccicare. E' come un cavallo di razza. Te lo regalano, ma poi devi seguirlo, nutrirlo, imparare a cavalcarlo, stabilire con esso un rapporto di comunicazione, di affetto. Non devi chiedergli più di quanto può darti. Ma devi anche lasciare che si sfoghi liberamente. A volte ti fa ammattire e pensi staresti meglio senza. Poi, però, quando vinci la tua prima gara... bene, allora sai che dell'anello luccicante non ti interessa neppure il riflesso».

Chi lo ha, ha pure una sensibilità che gli fa vedere e capire le cose in una maniera non legata agli schemi comuni, a quello che farebbe qualsiasi altro. In questo caso più che la remunerazione, quello che cerchi di più è il riconoscimento. Stai certa che la remunerazione non è quasi mai il primo scopo di chi ha talento. Se sì, sarebbe bene cambiare lavoro. Nella mia vita ho potuto constatare spesso che degli artisti piace proprio tutto. Tranne che siano poveri! Se cerchi il denaro allora sì che il talento può diventare una condanna. E così mi viene di girare la domanda a te: Tu cosa preferiresti? Avere il denaro e il successo o un vero talento?

 

Fonti: goo.gl/ONrbCz  goo.gl/MOGZDB

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.