E poi, dopo i referendum?
Il quesito posto agli elettori è:«Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?».
«È stata una giornata importante e impegnativa e sono molto soddisfatto di come si sono svolte le operazioni. Circa la partecipazione, avevo fatto riferimento alla partecipazione al referendum per la riforma del Titolo V della Costituzione, che oggi noi andiamo ad attuare, e lo abbiamo superato, nonostante qualche difficoltà e le polemiche». Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, relazionando circa l'esito del referendum per l'autonomia della Lombardia, che si è svolto domenica.
«Penso sia utilissima anche una delegazione politica del Consiglio, di tutte le forze politiche qui presenti, da affiancare poi alle altre rappresentanze - ha aggiunto il presidente -. Ho già chiesto ad Anci e Upl di indicare una delegazione di amministratori. Venerdì incorreremo i nostri stakeholder, a cui illustrerò questa iniziativa e chiederò anche a loro di indicare chi può essere mandato con noi a Roma per la trattativa».
Pur non escludendo che ci si possa ingannare, fattasi un’opinione, tuttavia la si valuta come autentica sino a prova contraria. Si discute, ci s’infervora, perdendo la lucidità necessaria fino all’ostinazione rasentando l'insolenza. Almeno questo è parso essere successo nelle impari diatribe a proposito della tendenza di partito. Disposizione e inclinazione, sia naturale e spontanea, sia acquisita e consapevole.
Fonte: goo.gl/vbJq1w