Ricordi su Facebook 2
Ricordi su Facebook. «Salvatore, sei importante per noi così come lo sono i ricordi che condividi». Per la seconda volta si va ad ideare una ipotesi che potrebbe far piacere assecondare. A seguire periodi e frasi salienti in proposito. Il fanciullo studioso corre liberamente alla scuola, il vero soldato si adatta amorosamente alla disciplina, gli sposi che si amano fioriscono nei "legami" del matrimonio. Ma la scuola, la caserma e la famiglia sono orribili prigioni per lo scolaro, il soldato o gli sposi senza vocazione. L'uomo non è libero nella misura in cui non dipende da nulla o da nessuno: è libero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che ama, ed è prigioniero nell'esatta misura in cui dipende da ciò che non può amare.
Così il problema della libertà non si pone in termini d’indipendenza, ma in termini di amore. Non esiste per l'uomo indipendenza assoluta (un essere finito che non dipenda da nulla, sarebbe un essere separato da tutto, eliminato cioè dall'esistenza). Ma esiste una dipendenza morta che lo opprime e una dipendenza viva che lo fa sbocciare. La prima di queste dipendenze è schiavitù, la seconda è libertà. Un forzato dipende dalle sue catene, un agricoltore dipende dalla terra e dalle stagioni: queste due espressioni designano realtà ben diverse. Torniamo ai paragoni biologici che sono sempre i più illuminanti. In che consiste il "respirare liberamente"? Forse nel fatto di polmoni assolutamente "indipendenti"?
La libertà è l’essenza dell’uomo e Dio creando l’uomo l’ha voluto libero. La rivoluzione conservatrice, dunque, è ancora una volta un’attitudine spirituale, un modo di sentire e di vivere. Libertà politica, libertà religiosa e libertà economica. Come ha scritto il professor Novak: «Il capitalismo inizia quando il diritto all’attività personale è protetto e promosso, quando le attività economiche sono liberate dall’oppressione dello stato, e quando la causa della ricchezza, la creatività e l’immaginazione di ciascun cittadino, può contare sulla libertà cui ha diritto».
La potenza del nostro attaccamento determina la nostra capacità di libertà. Per terribile che sia il suo destino, colui che può amare tutto è sempre perfettamente libero, ed è in questo senso che si è parlato della libertà dei santi. All'estremo opposto, coloro che non amano nulla, hanno un bello spezzare catene e fare rivoluzioni: rimangono sempre prigionieri. Tutt'al più arrivano a cambiare schiavitù, come un malato incurabile che si rigira nel suo letto. A nessuno può venire in mente che la natura, che ci ha fatti tutti uguali, abbia costretto qualcuno in servitù ...
La libertà non consiste nell’avere un buon padrone, ma nel non averne affatto. (Marco Tullio Cicerone)