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Studiare non è di certo semplice

18/02/2018 44525 lettori
4 minuti

«A cosa stai pensando? Scrivi qualcosa. In quella riga che domina il profilo di tutti gli utenti, è racchiuso il senso di Facebook. Parole, dediche, citazioni, racconti, denunce, emozioni... il tuo status o quello che avresti sempre voluto scrivere ma qualcuno ti ha preceduto. Perché no, quello che non hai mai avuto il coraggio di pubblicare». Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: «Farai strada nella vita», era solito sentir dire ad ogni buona azione completata. 

Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria. Autodidatta: chi realizza per proprio conto, al di fuori di ogni curriculum scolastico, una propria istruzione generica o specifica. goo.gl/qULT3e. Studiare non è di certo semplice, soprattutto quando si vuole imparare qualcosa e non si hanno solide basi sull'argomento da studiare. «Oggi assistiamo alla presenza di numerosi famosi filosofi che si spendono attivamente sia nella società, sia nel counseling individuale per aiutare le persone e la società a trovare un nuovo senso alla loro vita e al loro agire». Il termine counseling indica un'attività professionale che tende ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente, promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta. 

«La rincorsa frenetica di qualcosa o qualcuno fuori ci sta facendo perdere di vista quel che siamo nel profondo. Non siamo più disposti ad ascoltare noi stessi e ancor meno gli altri. Il tempo di attenzione si sta riducendo drasticamente. Uno studio britannico ha riscontrato che la persona media sposta la propria attenzione tra lo smartphone, tablet e computer portatile ventuno volte nel giro di un’ora. Tutto questo perdendo irrimediabilmente di vista chi si ha di fronte».  

Con orientamento professionale si indicano le attività di supporto e di facilitazione alla presa di decisione di un soggetto che si trova a fronteggiare una transizione professionale. Attualmente, in relazione alla complessità sociale e alla ricorrenza dei momenti di scelta, si tende a non separare il processo di orientamento in fasi, ma a vedere l'orientamento come un processo educativo lungo l'arco della vita. I metodi di orientamento che si concentrano sullo sviluppo di competenze di scelta e di progettazione di sé, del proprio futuro, della propria identità prendono il nome di metodi formativi. In considerazione del moltiplicarsi delle scelte e del bisogno costante per i soggetti di riprogettare il proprio futuro occorre sviluppare competenze di autorientamento affinché le persone possano costruire autonomamente le proprie traiettorie formative, il proprio inserimento professionale e la propria carriera. Nelle diverse fasi storiche l'orientamento si è concentrato sulle attitudini utilizzando soprattutto strumenti quali i test; sulla mediazione tra soggetto ed ambiente; sulle possibilità adattive di un soggetto ad un contesto; sugli interessi delle organizzazioni.

 

Fonte: Anna Fata Wikipedia

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.