DiCinema: la nuova Hollywood
Diventare un'immagine di stile, destreggiandosi tra la commedia drammatica intrisa di messaggi e contenuti unita alla leggerezza ormai tipica degli script statunitensi, non è impresa facile e di poco conto. Ben Affleck, quella scommessa l'ha vinta… e con successo. Affiancato al fratello Casey, decisamente hanno onorato i meriti di una famiglia medio borghese. I primi passi nel mondo del cinema li muove con L'uomo dei sogni, comparsa al fianco di Kevin Costner. Suddivide poi il suo impegno tra la televisione (Buffy – L'Ammazza Vampiri) e il cinema, con il distinto Generazione X, diretto da Kevin Smith. La prima grande consacrazione di attore e autore, arriva con Will Hunting – Genio ribelle (diretto da Gus Van Sant), aggiudicandosi il primo Oscar per la migliore sceneggiatura. La carriera di Ben è un susseguirsi di felici successi commerciali, cominciando dal fortunato Armageddon – Giudizio finale, apocalittico polpettone made in USA diretto da Michael Bay, a cui seguono Shakespeare in Love (di John Madden) e Dogma (sempre diretto da Kevn Smith). Di riuscito impatto, sempre diretto da Michael Bay, arriva la consacrazione di Pearl Harbor, ottimo mix di commedia drammatica e melodramma in puro stile hollywoodiano, a cui si uniscono Ipotesi di reato (di Roger Michell) e Al vertice della tensione (di Phil Alden Robinson). Il grande successo devoluto dalle saghe firmate dai Super eroi Marvel e DC, arriva con il pragmatico Daredevil, diretto da Mark Steven Johnson, a cui si affianca (qualche anno più tardi) il riuscito Batman v Superman: Dawn of Justice, miscelando echi di conflitti post terroristici all'anima del puro fumetto firmato Frank Miller. Da sottolineare, l'impegno intriso nel documentario Fahrenheit 9/11, a cui seguono pellicole di moderato successo, tra cui si evidenzia Hollywoodland, biopic dell'attore che per primo innalzò il mito dell'uomo d'acciaio in calzamaglia. Di spicco rimane The Company Men (diretto da John Wells), prima di approdare alla seconda consacrazione da Oscar (questa volta per il miglior film) con il succulento Argo. Il cammino firmato da regista, prosegue con il corposo La legge della notte, rivisitazione del genere “bulli e pupe” di ottima annata, per rinvigorire la parte del pipistrello mascherato con i riusciti successi di botteghino siglati Suicide Squad e Justice League. Decisamente un ottimo mix di scelte accurate e ben cucite addosso alle spalle di un attore che ha saputo calibrare talento e quel pizzico di fortuna che ha sempre arriso ai grandi di Hollywood.