Digital Natives, Digital Immigrants
Attualmente l'espressione nativi digitali identifica quella generazione che è nata e cresciuta insieme a Internet, una generazione sempre connessa i cui elementi costitutivi sono gli smartphone, i tablet e i servizi on-line. Per contro l'espressione immigrato digitale si applica ad una persona che è cresciuta prima delle tecnologie digitali e le ha adottate in un secondo tempo. Una terza figura è invece quella del tardivo digitale, una persona cresciuta senza tecnologia e che la guarda tutt'oggi con diffidenza. Nativo digitale (dalla lingua inglese digital native) è un'espressione oggetto di molte critiche e coniata da Mark Prensky nel suo articolo Digital Natives, Digital Immigrants, pubblicato nel 2001, è diffusa in Italia dal saggio Nativi digitali (2011) di Paolo Ferri. Il termine è stato più volte rivisto dallo stesso autore ed è stato oggetto di diverse critiche soprattutto perché nessuna delle proposte di Prensky è stata supportata da dati scientifici.
Nella sua prima stesura il termine identifica una persona che è cresciuta con le tecnologie digitali come i computer, Internet, telefoni cellulari e MP3 facendo riferimento alle persone nate (negli USA) dopo il 1985 come nuovo gruppo di studenti che accede al sistema dell'educazione. Per contro chi non è nativo digitale ma utilizza le tecnologie sarebbe un immigrato digitale. Negli anni successivi, per rispondere alle diverse critiche che mettevano in evidenza il fatto che i più giovani non presentavano tutti diffuse competenze digitali, lo stesso Prensky ha proposto il concetto di saggezza digitale e ultimamente quello di residente digitale e visitatore digitale. Marc Prensky è uno scrittore statunitense, consulente e innovatore nel campo dell’educazione e dell’apprendimento.
A seguire alcune esplicitazioni pertinenti:
• L'inglese è una lingua indoeuropea appartenente al ramo occidentale delle lingue germaniche, assieme all'olandese, all'alto e basso tedesco, al fiammingo e al frisone. Conserva ancora un'evidente parentela col basso-tedesco continentale. Secondo alcuni studiosi scandinavi, l'inglese, almeno dalla sua fase media, è invece più affine alle lingue germaniche settentrionali (scandinave) che non a quelle continentali.
• Il termine tecnologia è una parola composta derivante dal greco "tékhne-logìa", cioè letteralmente "trattato sistematico su un'arte". Nell'Etica nicomachea Aristotele distinse due forme di azione, prâxis e téchnē: mentre la prima ha il proprio scopo in se stessa, la seconda è sempre al servizio di altro, come un mezzo. In questo senso la "tecnica", non era diversa né dall'arte, né dalla scienza, né da qualsiasi procedimento o operazione atto a raggiungere un effetto qualsiasi, e il suo campo si estendeva su tutte le attività umane. Solo fra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo si è giunti a connotare come tecnica il sottogruppo delle pratiche umane concernenti il comportamento nei confronti della natura diretto alla produzione di beni. Per tecnica si può intendere l'applicazione delle conoscenze elaborate dalla scienza a scopi pratici e alla produzione di strumenti per realizzarli.
• Con digitale o numerico, in informatica ed elettronica, ci si riferisce a tutto ciò che viene rappresentato con numeri o che opera manipolando numeri.
• Un computer, in italiano anche elaboratore, è una macchina automatizzata programmabile in grado di eseguire sia complessi calcoli matematici (calcolatore) sia altri tipi di elaborazioni dati (elaboratore).
• Internet è una rete ad accesso pubblico che connette vari dispositivi o terminali in tutto il mondo. Dalla sua nascita rappresenta il principale mezzo di comunicazione di massa, che offre all'utente una vasta serie di contenuti potenzialmente informativi e di servizi.
• Un telefono cellulare, nel campo delle telecomunicazioni, è un apparecchio radio mobile terminale ricetrasmittente per la comunicazione in radiotelefonia sull'interfaccia radio di accesso di una rete cellulare.
• MP3 è un algoritmo di compressione audio di tipo lossy, sviluppato dal gruppo MPEG, in grado di ridurre drasticamente la quantità di dati richiesti per memorizzare un suono, mantenendo comunque una riproduzione accettabilmente fedele del file originale non compresso. La sua ideazione è dovuta a un team di lavoro istituito presso il CSELT e coordinato da Leonardo Chiariglione.
Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera.