Social leasing: una rivoluzione sostenibile per la mobilità europea
Nel cuore della transizione ecologica, un nuovo concetto si fa strada tra gli strumenti strategici per democratizzare l'accesso alla mobilità elettrica: il social leasing. Promosso da Transport & Environment (T&E), la principale organizzazione europea indipendente per la decarbonizzazione dei trasporti, questo modello innovativo punta a rendere le auto elettriche accessibili anche a famiglie a basso e medio reddito, finora escluse dal cambiamento.
Secondo una recente analisi condotta da T&E con l'Öko-Institut, entro il 2032 potrebbero essere fino a 3 milioni le famiglie in Germania, Spagna, Francia, Italia e Polonia a beneficiare di formule di leasing agevolato per veicoli a zero emissioni. Con rate comprese tra i 130 e i 215 euro al mese e prezzi di listino inferiori ai 25.000 euro, le auto elettriche diventano finalmente uno strumento di inclusione e sostenibilità.
Quando la mobilità diventa questione sociale: la transport poverty
T&E evidenzia come in Europa 20 milioni di persone si trovino in una condizione definita "transport poverty", ovvero una vulnerabilità legata alla dipendenza dall'auto a combustione, in zone rurali scarsamente servite dal trasporto pubblico e con redditi nei quartili più bassi. Il risultato è un'alta esposizione all'aumento del prezzo dei carburanti e una crescente difficoltà nell'accesso a forme di mobilità alternativa.
In questo contesto, il social leasing non è solo una proposta ambientale, ma un dispositivo di giustizia sociale. Offre infatti la possibilità di accedere a veicoli elettrici a chi, altrimenti, rimarrebbe vincolato a vecchie auto inquinanti e costose da mantenere. E ha potenzialità importanti anche in termini di mercato: entro il 2032, secondo le stime di T&E, queste auto potrebbero rappresentare fino al 12% del parco elettrico europeo.
Finanziare l'inclusione: il ruolo del Fondo Sociale per il Clima (FSC)
La proposta di T&E passa attraverso l'attivazione dei Piani Sociali per il Clima degli Stati membri, che dovranno essere consegnati entro giugno 2025 alla Commissione Europea. Questi piani definiranno l'utilizzo dei fondi del nuovo Fondo Sociale per il Clima, finanziato con le entrate del sistema ETS2 (scambio di quote di emissione anche per trasporti ed edilizia), attivo dal 2026.
Secondo T&E, questi fondi possono generare 16 miliardi di euro entro il 2032 per sostenere il social leasing nei cinque Paesi analizzati. Tuttavia, perché il supporto sia realmente efficace, serve anticipare le risorse e attivare programmi già tra il 2025 e il 2026, prima che l’ETS2 faccia salire i prezzi del carburante.
Comunicare il cambiamento: una sfida anche per i brand
Per i marketing director e i comunicatori delle aziende automotive e della mobilità, questa proposta rappresenta un nuovo terreno competitivo. Non solo perché apre un segmento di mercato oggi poco presidiato (quello delle famiglie a basso reddito in aree periferiche), ma perché chi saprà intercettare questa domanda con prodotti accessibili, brand purpose coerente e comunicazione inclusiva, conquisterà una leadership culturale oltre che di mercato.
Verso una piattaforma europea per auto elettriche a prezzi accessibili
T&E propone alla Commissione UE la creazione di una piattaforma europea per auto elettriche a prezzi accessibili, capace di aggregare domanda e offerta e negoziare con i costruttori le migliori condizioni. Un'operazione win-win per cittadini, case auto e politica industriale europea, soprattutto se si darà priorità ai veicoli prodotti in Europa.
Non solo leasing: serve un ecosistema di mobilità inclusiva
Il social leasing, però, è solo un tassello. La mobilità inclusiva richiede anche incentivi per il car sharing, il trasporto pubblico, la mobilità attiva (come biciclette e monopattini), le infrastrutture di ricarica e i programmi di rottamazione. Solo integrando queste leve si potrà costruire una mobilità davvero sostenibile e alla portata di tutti.
Conclusione
Il social leasing rappresenta un'opportunità concreta per rendere l'elettrico popolare, equo e strategico. Per i brand, è il momento di ripensare il posizionamento e la comunicazione, cavalcando l'onda dell'innovazione sociale prima che lo facciano i competitor. Per le istituzioni, è il tempo di accelerare su politiche che non siano solo green, ma anche giuste.