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LUIGI MENEGHELLO E' MORTO A 84 ANNI

27/06/2007 24738 lettori
4 minuti

E’ il suo luogo natio , con usanze, personaggi, storielle

Meneghello ricostruisce la vita di un paese veneto  tra gli anni Trenta e il dopoguerra.

 

“Libera nos a malo”

 

 

è il lavoro  di uno che sa investigare con senso dell’umorismo che acquisisce negli  anni trascorsi in Inghilterra prima di scrivere questo libro che esce nel 1963

 

Malo è  descritto con : vizi,virtù, usi religiosi, rapporto col lavoro, con le donne e l’amicizia

 

 

Egli ha molto amato il suo paese,

dove  si è formato, è andato via ed è  ritornato sapendo poi individuarne i  difetti  

A Malo l’onestà è considerata un lusso.

Ciò che conta è l’interesse.

La logica è quella dell’arrangiarsi,

 

 

La religione è  paura dell’inferno –

 Devozioni, rosari, novene  sono lasciate alle donne e ai bambini, gli uomini ne sono esclusi

 

 

Nel Nord-Est  il lavoro è  religione.

 

 

“Bisogna lavorare non otto ore, o sette ore, o dieci ore, ma praticamente sempre, magari con pause, interruzioni e rallentamenti, però in continuazione e senza orario, più o meno da quando si alza il sole fino a notte; bisogna lavorare da quando si è appena finito di essere bambini (e le bambine nelle case anche prima) fino a quando si è già vecchi da un pezzo; bisogna lavorare quando si è così poveri che lavorando sempre si arriva appena a sopravvivere, e anche quando si è meno poveri, e si potrebbe lavorare meno”..

 

Cattinella, sposata in chiesa prima del Concordato, abbandonata incinta, fa la serva presso la famiglia dell’Autore per mantenere il suo bambino che, diventato grande, morirà partigiano.

Le donne si difendono come possono.

 

 Egli afferma:

“Le cose del nostro mondo ce le facevamo dunque noi stessi, molto più di adesso; le idee venivano bensì da fuori, ma si assimilavano profondamente attraverso il lavoro diretto. Tutto era umanizzato in questo modo”.

 

 

Persino il rapporto con la morte è naturale,.

 

 

Meneghello bambino assiste alla morte del nonno,

una “morte patriarcale senza malattia”

 

 

Le ultime pagine sono dedicate  alla Resistenza

 

 

Il libro dedicato  è “I piccoli maestri”

quando il paese cambia, vecchie usanze spariscono

 L’Autore e i suoi coetanei crescono, si disperdono per  ritrovarsi a ricordare

Meneghello,– fa pensare al Fellini di “Amarcord”

 

E’ un ritorno alle  radici trattato con ironia e dolcezza

 

“La ladra di pannocchie” di 1963, è un romanzo   che presenta la vita paesana

 

 In “Libera nos a malo”afferma:

 

“Non mi sono proposto però né di tradurre né di riprodurre il dialetto; invece ho trasportato dal dialetto alla lingua qualche forma e costrutto là dove mi pareva necessario, e sempre col criterio che questi miei “trasporti” nel loro contesto dovessero riuscire comprensibili al lettore italiano”.

Il latino testimonia gli studi classici  con divertenti   storpiature  create dalla pronuncia paesana; l’inglese serve a sintetizzare ,il dialetto è la “realtà pratica”.

 

 

“Il dialetto è per certi versi realtà e per altri  follia”.

 

 

 

 

“In paese, l’elaborazione riflessa dell’esperienza è parlata e soprattutto mimata

 

 Il suo genere quasi unico è il riso,

la rappresentazione comica della vita:

ma in questo campo ha un’efficacia, una duttilità, una ricchezza

 

 

Il comico esplode come forma stessa delle cose:

ma è una forma che naturalmente non si può riprodurre per iscritto, non si può conservare altro che per trasmissione orale e diretta a un determinato pubblico”.

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Luigi Meneghello (Malo-Vicenza 1922), scrittore italiano.

 

Ha studiato Filosofia all’Università di Padova.

 

Dopo l’8 settembre partecipa alla Resistenza e aderisce al partito d’Azione.

 

Nel 1947 si trasferisce in Inghilterra, dove fonda e dirige la cattedra di letteratura italiana presso l’Università di Reading.

 

 

Dal 1980 divide il suo domicilio tra Reading e Thiene, dove nel 2000 si trasferisce  dopo la morte della moglie.

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Sua opera prima è ”Libera nos a Malo” (1963),

 

“I piccoli maestri” (1964, ed. riveduta 1976),

“Pomo pero” (1974),

“Fiori italiani” (1976),

“Bau-sete” (1988),

“Il Dispatrio” (1994).

Ha scritto anche  saggi che contengono elementi autobiografici e studi sulle tradizioni dialettali:

“Jura” (1987),

“Maredè Maredè” (1991).

 

 

Negli ultimi anni  ha pubblicato tre volumi di “Carte”,

che raccolgono i suoi appunti dagli anni Sessanta a oggi.

 

 

Il volume “Trapianti” comprende traduzioni poetiche dall’inglese al dialetto vicentino.

 

 

Nel 2002 il regista Mazzacurati e l’attore Marco Paolini

gli hanno dedicato il film “Ritratti”,

 

dopo una conversazione con Meneghello svoltasi in tre giornate,

durante le quali lo scrittore rievoca le vicende della sua vita.

 

Maresa Baur
Maresa Baur

Sono una scrittrice conosciuta nel web per aver pubblicato sette libri con case editrici online. Il mio sito è http;//digilander.libero.it/biribanti.maresa Credo che cliccando sul link possiate apprendere molto di me,quasi tutto. Amo leggere, informarmi ed informare e scrivo come una forsennata come se non avessi il tempo sufficiente per farlo. Ho scritto libri di poesie, racconti, storie fantasy e "thriller". Anche il giornalismo mi affascina. Mi sono diplomata a Cambridge e adoro l'inglese che è sempre stato la colonna sonora della mia vita. Ho insegnato inglese e fatto traduzioni tecniche. La poesia è tuttavia il mio grande amore e ho invaso tutti i siti letterari possibili.La mia passione è scrivere e se non lo facessi più morirei. Mi definisco una folle-saggia con un pizzico di ironia e con questo mi presento. Maresa Baur