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Victoria 4.0 e le altre

02/01/2007 12599 lettori
4 minuti

Già, perché Victoria, giunta alla quarta release con architettura facciale migliorata rispetto alla precedente versione, si può ordinare via Web.
Tre kit per costruire secondo i propri gusti la figura femminile, tutta pixel e curve, variando le misure, i colori, l’abbigliamento, l’espressione dello sguardo e della bocca, le pose. Aggiungendo anche imperfezioni come un brufolo digitale, punti neri virtuali e pori dell’incarnato del viso dilatati per imitare i tradizionali difetti delle donne analogiche.

In vendita sul sito DAZ Productions, l’azienda statunitense specializzata in modelli digitali tridimensionali, Victoria 4.0 continua a ricevere numerosi consensi da parte dell’utenza giovanile digitalmente alfabetizzata. Così come l’orientale Aiko 3.0, materializzatasi (si fa per dire!) da un fumetto manga.
Per ciascuna delle cybercreature ci sono software (Morphs and Maps, Hair e così via) che implementano le funzionalità contenute nei programmi standard.

Compagne di culla (ovvero la nursery in 3D) di Victoria e Aiko sono pure le dodici, avvenenti modelle futuristiche che occupano una delle altrettante pagine di Miss Digital World - The 2007 Calendar – Some Like Her Digital, il calendario 2007 probabilmente più glam e al passo coi tempi acquistabile su Missdigitalworld.com.

Kaya, Mi, Kyra, Tasha, Judith Pixelle (cognome - o patronimico? - che tradisce le evidenti origini grafiche) e altre sette eroine, tali sono divenute in seguito alla loro votazione da parte dei naviganti che hanno eletto la miss preferita, sono immortalate semi discinte – da sottolineare che l’immaginario erotico non ha ancora subito particolari variazioni negli ultimi decenni, quindi la release dell’Eros è sempre quella classica da calendario – in fogli in bianco e nero virato in azzurro d’impatto. A ogni cybermodella è stato affiancato un aforisma di celebri autori e personaggi sul tema della bellezza, scomodando un po’ Fëdor Dostoevskij (“La bellezza salverà il mondo”, che tuttavia si riferiva a ben altro che non a una miss virtuale) e Albert Camus, sicuramente meno Debbie Reynolds.

Victoria e le altre sono destinate a soppiantare la ragazza della porta accanto che spezza il cuore di milioni di adolescenti o la Barbie in banali materiali plastici? Sta di fatto che bambine e ragazze, così come qualche donna adulta (e qui la faccenda si fa più delicata), dedicano ai miti digitali desideri di identificazione.

Franz Cerami, il designer partenopeo creatore del concorso Miss Digital World, ha svelato: “Ci hanno scritto centinaia di ragazze chiedendoci se potevamo aiutarle a diventare virtuali. E questo rappresenta un cambio di scena epocale: il mito non è più Hollywood, diventare una diva del cinema. Il mito è Internet, avere un alter ego virtuale, essere la più bella digitale, l'avatar più seducente: recitare su Internet insieme ad altri attori digitali in palconscenici tridimensionali. E Miss Digital World – The Calendar 2007 vuole raccontare questo nuovo bello, il bello nell’era digitale”.

Dovevamo aspettarcelo; prima o poi sarebbe accaduto.

Arianna Bernardini
Arianna Bernardini


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