Divi a perdere. Il libro di Viviana Musumeci
Divi a perdere: il consumo delle star nella società dello spettacolo è il nuovo libro di Viviana Musumeci, pubblicato nell'aprile 2010.
Il libro percorre le abitudini consolidate di consumo, gestione e mercificazione dell'apparenza, totale, parziale, lucida o involontaria che la società dello spettacolo impone.
Con la rete poi la possibilità di diventare star viene duplicata per quanto poi sia depotenziata dalla natura dialogica del mezzo stesso; infatti, come l'autrice ci ricorda, Maurizio Ferraris in Wired di giugno 2009 sosteneva che "Malgrado le apparenze, youtue no realizza la profezia di Andy Warhol, non regala a tutti quindici minuti di notorietà , perché è talmente grande che ci si perde.".
L'analisi di Viviana Musumeci serve per comprendere un po' meglio questo fenomeno del "consumo" e mercificazione delle star: "il pubblico adorava il divo, ma in una posizione di rigorosa gregarie. […] la gente comune non si sarebbe mai sognata di prendere il posto di qualche star, nemmeno utilizzando i prodotti reclamizzati a cui faceva da testimone", Oggi invece questa distinzione tra il privato e l'attore è venuta a cadere così che oggi "la massa sa di possedere il diritto di esserci in qualsivoglia spazio mediatico e quindi non si limita a guadare".
E per di più "le tecniche per la promozione di un personaggio sono le stesse utilizzate dai pubblicitari per promuover i prodotto. Ergo: i personaggi sono prodotti da consumare, da considerare alla stregue della merce che acquistiamo." creati da mani sapienti questi nuovi divi vengono lanciati nelle fauci della massa che così può masticarli, digerirli e mandarli via.
Sì, perché un'altra caratteristica di questa nuova "starità" è proprio la velocità con la quale si consumano i divi.
Come riuscite a immaginare, o almeno spero di avercela fatta, il libro della Musumeci si muove con autorità e eleganza tra la sociologia di Deboard e Bauman e la conoscenza approfondita dei mezzi di comunicazione; la Musumeci non dimentica affatto di parlarci della crossmedialità e della multicanalità che i divi possono sfruttare e che molti di loro sfruttano. Un libro piacevole da leggere, a tratti forse eccessivamente divulgativo per gli addetti ai lavori che possono iniziare a storcere il naso facendo gli schizzinosi su un libro che invece merita di esser conosciuto.
Nelle sue varie parti incontraremo capitolo quali "l'autore è Keyser Soze", i celebrity lovemark (citazione azzeccata al concept di Kevin Roebins; poi ancora: misurare il grado di starità? eccetera.
Da leggere.