Italiani e media. Poco il tempo dedicato alla lettura dei giornali
Questo il tempo che la maggior parte degli italiani dedica alle notizie che quotidianamente sono presenti nell’agenda setting dell’opinione pubblica. Un tempo risicato per la frenesia del quotidiano, tra impegni e lavoro, che lascia poco spazio alla riflessione e all’approfondimento. Gli intervistati, all’interno di una ricerca di publica Res, manifestano una scarsa propensione alla lettura dei giornali. Un quadro complessivo che non lascia spazio a prospettive di espansione. Un ulteriore 25%, infatti, non va oltre i venti minuti giornalieri. Questa fascia di italiani scorre velocemente le notizie principali, leggendo un articolo o due. Ma quali sono le fasce generazionali che leggono di meno nel Paese? I più giovani. In particolare i 18-24enni e i 25-34enni, che vivono una vita densa, ma che rappresentano le classe più attive delle popolazione e che dovrebbero dimostrare un attenzione alle tematiche d’attualità e che, invece, dimostrano una scarsa abitudine a sfogliare le pagine delle testate nazionali e locali. I giornali quindi non sono più lo strumento principe per costruire la propria agenda setting quotidiana. Sorpassati dalla televisione e, anche dalla Rete, tanto che molte testate stanno nascendo esclusivamente nella versione on line, e in alcuni casi quelle cartacee stanno valutando la possibilità di mantenere solo l’edizione web, l’esempio più evidente è quello del New York Times.
Ma non mancano gli italiani che dedicano più di un’ora al giorno alla lettura dei giornali. Un italiano su dieci secondo l’inchiesta di publica ReS.I lettori più veraci si dimostrano gli anziani, con più tempo a disposizione, che passano anche più di un’ora a sfogliare i quotidiani.
Andrea Altinier