Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

IL MARKETING STUPRATO

12/10/2009 16467 lettori
4 minuti
Oggi vorrei denunciare i sintomi di una “malattia” che colpisce prevalentemente le PMI ma che è capace di contagiare anche luoghi ed organigrammi importanti. Nelle aziende italiane ci sono molti, troppi presunti direttori o responsabili marketing. Sono persone chiamate da lungimiranti imprenditori e/o supermega dirigenti galattici (per dirla alla Fantozzi) al fine di studiare e sviluppare efficaci strategie. Peccato che tutte le premesse si dissolvano molto spesso in: mera attività commerciale, gestione incoming clienti italiani ed esteri, ossessionanti richieste di preventivi, compilazione di documenti inutili, puntuale castrazione di idee e suggerimenti, discesa irrefrenabile verso il fondo dell’organigramma aziendale. In altri casi, invece, l’imprenditore affida le sorti del povero marketing ai propri figli o figlie pensando così di ripararsi da eventuali danni arrecati all’azienda dalla loro momentanea inesperienza. Ora, io mi chiedo: per quanto ancora il nostro povero marketing subirà queste “violenze”? Quando questa “malattia cronica” verrà sconfitta? Il direttore marketing di un’azienda dovrebbe essere sempre considerato una figura chiave dell’impresa, perché è colui che può e deve rappresentare il faro, la luce che guida R&D, vendite e comunicazione. Gli imprenditori scettici su questo aspetto dovrebbero farsi un esame di coscienza e rendersi conto che se lasciato lavorare, o meglio PENSARE, un bravo uomo di marketing può recare all’impresa maggiori benefici e fatturato di qualsiasi forza vendita. Queste persone devono convincersi che per trasformare la propria azienda da product a marketing oriented il marketing strategico non può essere fatto dietro ad una scrivania, oberati di scadenze ed operatività contingenti ma che bisogna lasciare ai manager il tempo di leggere, cercare, imparare, confrontarsi, ascoltare e soprattutto, ribadisco, pensare. Probabilmente con queste riflessioni ho scoperto l’acqua calda e focalizzare il problema evidentemente non è sufficiente, quindi vi chiedo: se cercassimo insieme di redigere un manifesto a difesa della funzione marketing.. Il vaccino di questa “malattia”? Cercasi volontari… Michele Rinaldi via: “http://mktgcafe.blogspot.com/
Michele Rinaldi
Michele Rinaldi

Nasce nel 1982, l’anno della vittoria ai mondiali, e già questo è un segno premonitore. Fin da piccolo impara ad attirare l’attenzione del proprio target con primordiali tecniche di guerrilla marketing. Crescendo, si accorge che l’istinto lo porta sempre a comunicare ed un giorno di Giugno, viene folgorato da una frase: “non si può non comunicare” (Watzlawick).
Spinto da questa teoria consegue: una laurea triennale in Scienze della Comunicazione ed una laurea specialistica in Marketing e Comunicazione d’Impresa.
Inizia la sua avventura professionale nell’agenzia di comunicazione Soluzione Group dove vede crescere la passione per le aziende e per le loro “reason why”.
Contribuisce alla fondazione del Public Relations Network e si specializza nel web 2.0 creando un proprio modello di approccio e gestione della Rete, chiamato A.S.P.
Oggi è responsabile della divisione Digital PR, scrive sul blog Marketing Cafè e sul portale Comunitazione. Ha il piacere di essere docente al Master in "Non conventional marketing + Social Media" organizzato dal Centro Studi Europeo Eurogiovani presso le università di Bologna, Milano e Trieste.