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Facciamo sparire Internet

30/05/2003 15875 lettori
4 minuti
Vorrei che internet sparisse. Non fraintendetemi: non sto augurando a noi tutti un secondo (e magari definitivo) sboom di quella che un tempo era nota come "New Economy"; mi piacerebbe solo che internet non fosse un fine, come accade ora, ma un mezzo.

Credo che a nessuno interessi sapere di collegarsi ad un sito wap piuttosto che ad un sito HTML o che altro ancora. Fruiamo di informazioni attraverso un sito. Questa è la cosa che conta.

Analizziamo per un attimo la situazione attuale. In ordine decrescente di importanza (o, se volete, di popolarità di utilizzo) ecco i media di cui molti di noi fanno quotidianamente uso, in maniera più o meno trasparente, per connettersi ad un qualsiasi servizio online:

Sebbene sia vero che la stragrande maggioranza del traffico passa attraverso i primi due tipi di device dobbiamo essere consci che sempre più spesso oggetti di uso comune hanno qualche tipo di funzionalità "web". La mia lavatrice, ad esempio, utilizza la rete elettrica come LAN per comunicare con gli altri elettrodomestici e segnalare eventuali guasti ad un tecnico… ma di questo se ne è già scritto in passato proprio su queste pagine.

Naturalmente ogni device richiede un'apposita impaginazione del contenuto… non è possibile pensare di utilizzare una grafica creata per un monitor a 800x600 sul display di un palmare a meno di non essere tanto sadici a costringere i nostri utenti a scrollate di 600 pixel in orizzontale. Mi pare logico, non trovate?

Negli ultimi anni ci siamo quindi prodigati a creare siti sviluppando una versione per Explorer e una versione (identica nei contenuti ma diversa nel codice) per Netscape … che spreco di tempo e denaro! Se fino ad oggi siamo stati schiavi dei browser il domani che ci si prospetta è quello di essere costretti a creare innumerevoli versioni del servizio (inteso come interfaccia + contenuto): una per ogni tipo di device.

Provando tuttavia a risalire agli albori di HTML si può notare come, secondo gli scopi originari dei suoi creatori, i marcatori dovessero essere utilizzati per differenziare varie tipologie di contenuto (titoli, didascalie, immagini, …) piuttosto che per creare un'interfaccia.

Questo purtroppo è raramente avvenuto: basti pensare che lo strumento principe per l'impaginazione dei siti odierni () era stato originariamente creato per presentare dati tabulari. Non vi viene da sorridere?

Alcuni di voi ricorderanno il claim più inflazionato della seconda metà degli anni 90: "Content is king". Beh… oggi, con l'avvento dell'usabilità, dell'interaction design e di altre splendide discipline (date un occhio a tal proposito allo speciale IA di qualche tempo fa) possiamo affermare che "Content is NOT the only king": anche l'elasticità e l'efficacia dell'interfaccia sono oggi protagoniste principali per l'ottenimento del successo di un sito.

Se ci pensate bene questo è un momento chiave della storia della comunicazione: pare infatti che vivremo sempre più in un mondo always on dove cioè la connessione alla Rete (a questo punto chiamarla "solo" Internet mi sembra riduttivo) sarà continuativa attraverso palmari, telefonini, elettrodomestici intelligenti e, chissà, wearable computers.

Ecco quindi che risalta in tutta la sua importanza il problema della staticità dell'interfaccia: un'applicazione visibile in maniera ottimale su uno solo dei device disponibili sarà totalmente inutile.

Utilizzo di un foglio di stile per ogni tipo di device
Ma le torbide acque tecnologiche si stanno finalmente smuovendo e qualcosa sta già cambiando. Con l'approvazione della nuova specifica di HTML (che prende il nome di XHTML), con una diffusa sensibilizzazione al problema, con Flash e XML, con CSS2 , siamo finalmente tornati alla reale ed efficace separazione tra interfaccia e contenuto. In altre parole questo vuole dire che la sola costante rimane il "succo" perché ogni device potrà liberamente rappresentare l'interfaccia in base alle proprie peculiarità.

Durante gli ultimi mesi del 2002 sono stato molto colpito da un paio di notizie relative a due colossi del web : Wired News e Lycos: entrambi sarebbero passati entro breve all'utilizzo di XHTML 1.0 e dei CSS per la costruzione delle pagine dei siti.

In un mondo dove spesso ancora si assiste all'utilizzo del tag marquee queste notizie hanno quasi dell'incredibile, ma i motivi per passare ad XHTML ci sono tutti:

Ci viene data quindi la possibilità di tenere fortemente separata la struttura del documento (quindi ad esempio l'insieme di Titolo + Sottotitolo + Contenuto) dal suo aspetto grafico.

La prima considerazione che sicuramente va fatta è che per cambiare di posizione un elemento che si ripete su tutto il sito, la barra menù ad esempio, sarà sufficiente modificare le coordinate del relativo layer nel CSS . Ad occhio e croce direi che un'operazione che usualmente sarebbe costata giornate di lavoro può essere svolta in una manciata di minuti. Un balzo di produttività che farà la gioia di più di un project manager.

La possibilità di definire fattivamente l'interfaccia all'interno di un foglio di stile significa altresì che la creazione di n fogli di stile porterà alla costruzione di n interfacce differenti per lo stesso contenuto. Sarà quindi molto semplice modificare l'impatto grafico del nostro sito anche più volte durante la giornata (magari caricando in maniera automatica e casuale fogli di stile differenti o dando la possibilità ai nostri utenti, come già sta sperimentando da tempo il motore di ricerca All The Web, di personalizzare l'interfaccia in base ai propri gusti/necessità).

E per dispositivi differenti dalla classica accoppiata PC + monitor?

Stesso contenuto diverse interfacce
Già oggi è possibile definire un foglio di stile ad uso esclusivo della stampante.
Si può così evitare di stampare elementi la cui funzione sia esclusivamente legata all'interazione, come i pulsanti, piuttosto di decidere di utilizzare font Sans-Serif per il monitor e Serif sulla carta; il tutto senza dovere per forza creare una "versione stampabile" del codice.

Lo standard pubblicato dal W3C prevede inoltre la possibilità di definire fogli di stile per dispositivi palmari, lettori braille, TV interattiva il cui supporto, sebbene non ancora raggiunto, si avrà nell'immediato futuro. La formattazione di un sito XHTML già esistente per un nuovo dispositivo (magari con notevoli limitazioni di output visivo) si tradurrà quindi nella semplice creazione di un differente foglio di stile.

XHTML è solo uno degli strumenti oggi a nostra disposizione per ottenere un'efficace separazione tra interfaccia e contenuto. Nel prossimo articolo di questa serie andrò ad esplorare le molteplici funzionalità di Flash come efficace strumento per la costruzione di interfacce utente: appuntamento al prossimo mese.

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Matteo Penzo
Matteo Penzo

Nasce nel 1976 in provincia di Mantova. Dopo una formazione in Ingegneria Informatica presso l'ateneo di Padova inizia la professione informatica trasferendosi a Milano dove ora abita stabilmente occupandosi di project management e didattica in Seicom. Nel 1999 e' stato co-fondatore del network di siti musicali HOTMC.COM che all'oggi vanta la piu' grande community del genere in Italia. Questa esperienza gli ha dato spesso modo di confrontarsi con grandi nomi della scena musicale Hip Hop italiana ed internazionale collaborando con riviste, etichette discografiche ed artisti. Matteo ha recentemente lanciato Flashability: sito nato dalla voglia di aggregare una comunita' di sviluppatori, designer, project managers, information architects, (e chi piu' ne ha piu' ne metta) interessati ad un uso intelligente di Macromedia Flash.