Come affrontare il 'fenomeno Cina'?
Intervista tratta dal sito Connecting-Managers© | ![]() |
Ermanno Delia
Buongiorno Dott. Delia, Lei è uno dei fondatori di Assolaw, ci può spiegare in breve in cosa consiste il progetto China
Presenti a Shanghai dal 1995 con una società di diritto cinese, con Clienti dell'ordine di British Petroleum, Volvo, Saint Gobain, Gildemeister, Pierre Cardin, Wacoal, IMMERGAS, Alitalia Cargo, Montefibre, Ferretti Yacht, Regione Emilia Romagna, Hyde Aircraft Interiors, Assolaw, uno dei soggetti europei più rappresentativi operanti in Cina, ha lanciato il Progetto CHINA, per rispondere efficientemente alle crescenti richieste di internazionalizzazione delle imprese europee in Cina.
Al progetto sono dedicate 160 risorse in Italia ed in Cina pronte a rispondere efficacemente a qualunque esigenza ordinaria e straordinaria delle imprese. Assolaw, tramite il Progetto China, offre l'outsourcing completo dei servizi di cui le imprese italiane hanno necessità per stanziarsi sul territorio cinese.
Quali sono i servizi di cui le PMI e le aziende italiane in genere necessitano per affrontare il mercato cinese e del far est? E quali gli errori più frequenti commessi?
Le PMI necessitano di essere seguite in tutte le fasi del processo di internazionalizzazione: dalla valutazione dell'idea, al supporto operativo sul campo day by day.
Le PMI italiane si rivolgono a Assolaw per sviluppare il loro Business in Cina, richiedendo soluzioni chiavi in mano. Assolaw identifica il Business specifico per l'azienda in Cina, effettua le Ricerche di Mercato, identifica l'area geografica in cui operare, i Partner e i fornitori qualificati, il costo dell'investimento in Cina.
Se si tratta della realizzazione chiavi in mano di un sito produttivo Assolaw si occupa dell'intero progetto: ristrutturazione del capannone identificato, messa in campo della linea produttiva, recruiting del direttore generale, del direttore qualità, degli operai, risoluzione degli aspetti tecnologici (SAP, telecomunicazioni).
Assolaw segue poi l'imprenditore anche nella fase operativa (contabilità in cinese, fisco, rapporti con l'amministrazione cinese, pubblicità&Mkt) rispondendo alle necessità ordinarie e straordinarie dell'impresa in Cina.
Circa gli errori?in Italia il 39,5% delle imprese ha già esperito qualche forma di internazionalizzazione: approvvigionamenti, vendite, delocalizzazione.
L'errore piu' grave commesso dalle imprese italiane che internazionalizzano è quello di voler fare tutto da soli: il 48% delle imprese che internazionalizzano lo fanno autonomamente, inviando i loro manager, anziché valersi di strutture di servizi già presenti...ancora una volta si cerca di inventare la ruota con i ritardi gli errori e i fallimenti che questo induce...
Sono anni che, attraverso società del nostro consorzio, offriamo servizi efficienti ed economici alle imprese, come ad esempio il virtual desk: qualunque azienda puo' avere un suo ufficio presso il nostro Business Center in Shanghai ed una persona bilingue dedicata all'azienda, specialista di settore, che funge da ufficio acquisti o vendite dell'azienda in Cina: il tutto in 24 ORE senza che l'imprenditore si sposti dal suo ufficio in Italia....non è necessario nè efficiente che l'imprenditore si rechi personalmente in Cina per organizzare il suo business: si focalizzi sulle strategie e lasci le incombenze a società come Assolaw che da anni risolvono problemi di società nazionali ed internazionali in Cina.
Quali sono gli elementi già presenti fra le caratteristiche delle aziende italiane che vanno maggiormente sviluppate per competere con questi nuovi concorrenti?
Il Made in Italy è molto forte in Cina: i cinesi hanno una memoria storica notevole. Ricordano con piacere Marco Polo che per primo presentò l'Europa ai cinesi, il Milione in cui descriveva le esperienze del suo viaggio in Cina. Wen Jabao ha scelto tra le sue tappe in Italia (6-9 maggio u.s.) Firenze in quanto culla del rinascimento.
E' necessario fare leva sul marchio Made in Italy per conquistare i ca. 70 milioni di cinesi abbienti, che presto raddoppieranno considerato l'attuale ritmo di crescita cinese (oltre il 9% nel primo trimestre 2004).
Come tutti i ricchi necessitano di status, e non compreranno mai prodotti contraffatti. Puntare su qualità, innovazione di prodotto, Mkt e Comunicazione è la carta vincente: lo dimostra il fatto che nel 2003 la bilancia commerciale della Germania con la Cina è risultata in attivo. I tedeschi hanno venduto ai cinesi molto piu' di quanto abbiano acquistato e non certo perché i loro prodotti fossero meno cari di quelli cinesi...
Il marketing e la comunicazione possono avere un ruolo in tal senso? Un network come quello di Connecting-Managers può portare dei benefici alle imprese che ne fanno parte?
Marketing e comunicazione sono la chiave vincente per il business in Cina.
Come ho spesso modo di dichiarare a platee costituite di PMI è fondamentale che le imprese si consorzino al fine di effettuare azioni di marketing e branding in Cina.
Esiste lo spazio di mercato per un posizionamento elevato di nuovi brand, che vada ad essere omologato con i brand maggiormente prestigiosi del Made in Italy nel mondo.
E' necessario 'fare sistema'. Il network Connecting-Managers puo' fungere da elemento neutro nei confronti delle PMI che si rivolgono ad esso con l'intenzione di fare marketing di consorzio.
Sono presenti tra i suoi rappresentanti e soci competenze uniche in termini di Marketing , Comunicazione e Branding, nonché, conoscenze specifiche del mercato cinese e dell'advertisement su quel mercato.
Le PMI che desiderano consorziarsi possono segnalarlo al Club che attiverà i meccanismi necessari per essere operativo sul mercato cinese.
La Cina è destinata a divenire il piu' grande mercato di sbocco del mondo sia dal punto di vista dei prodotti che dei servizi.
E' un'ottima opportunità per le PMI italiane che hanno necessità di trovare nuovi mercati di sbocco.
Sito web: www.assolaw.com
GIANLUIGI ZARANTONELLO