La legge del below the line
Dalla finanza ci arriva un bel regalo. Le imprese hanno considerato la voce pubblicità nel loro bilancio come una spesa e non come un investimento. I comunicatori si stanno battendo per vincere una guerra senza frontiere, dove la decisione definitiva è di chi assume l'Agenzia e non dell'Agenzia assunta. Il comunicatore può e deve soltanto mettere a disposizione del committente il suo sapere e interfacciarlo al cliente. Ecco la scena tipo. Mentre lui si sta battendo per l'efficacia e la professionalità il cliente si sta battendo per il prezzo, il comunicatore si batte per il risultato nel tempo e il cliente per i risultati a breve termine, il comunicatore insiste sulla pianificazione mentre il cliente, imprenditore mette il focus sul sistema più efficace e che costa meno. Guardando da fuori questo fenomeno sembra di assistere allo scontro della ragione, e il bisogno? Nella transizione one to one con il cliente il comunicatore devrebbe tenere conto di una serie di dati: il prezzo ad esempio è un dato che oggi assume il 70% della riuscita della transizione. Il risultato non è importante perche ogni imprenditore ha maturato la sua esperienza nel settore e non è disposto a cambiare idea essendo un modello di pensiero che si basa solamente sui dati. Nella mia ultima esperienza di consulenza per una scuola di formazione di Confindustria ho ottenuto un risultato eccelente dal punto di vista della campagna pubblicitaria, ma quado sono stati fatti i conti sulla carta non c'èra soddisfazione da parte del cliente, anzi c'era paura ,avendo notato che per avere 10 bisogna dare 4. Ma allora quale è la verità del comunicatore? Il comunicatore secondo il mio piccolissimo e modestissimo parere deve andare oltre, deve riconoscere quello che sta succedendo nel millimetro, ed io ho costato che durante una vendita di pubblicità, la paura più grande che si incontra è quella di perdere quello che si ha anche se , come abbiamo visto nel caso precedente i risultati erano buonissimi. Ecco perchè le imprese si sono indirizzate verso il below the line, cioè verso tutte quelle forme di pubblicità non tradizionali con effetto immediato, a breve raggio dove esiste un rapporto diretto tra quello che si spende e quello che si guadagna. Le sponsorizzazioni ad esempio sono un altro strumento below the line.Che sia giusto o sbagliato non dovrebbe interessare, la realtà è questa e da questa bisogna partire, il cliente vuole un approccio economico . Se avete voglia sul sito www.comecomunichi.com è descritta una Case History del fenomeno Havaians, un infradito che portano tutti ma nessuno ha mai visto in pubblicità. Oggi la pubblicità si è trasformata, viene trattata con molto distacco anche se spesso entra nel gergo della quotidianità.
Bè, Buona giornata.