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Celtic Harp Orchestra: una copia privata autorizzata per scoraggiare la pirateria e il caro-cd

27/07/2005 3871 lettori
5 minuti

L’album “The myst” della Celtic Harp Orchestra è disponibile in una duplice versione: un'edizione normale ed una limitata che contiene un cd vergine serigrafato da usare come copia per la duplicazione.

La posizione ufficiale dell’etichetta discografica Silent Revolution di Londra e della Direzione dell’Orchestra d’Arpe è che il cd vergine è di mera funzione di archivio. Ovvero, una copia la si porta in auto o la si ascolta sullo stereo, e un’altra viene tenuta sullo scaffale, sicuri che il tempo, i graffi e l’usura non cambieranno neppure una nota dell’opera originale. 

Allo stesso momento, però, è facile arguire un intento provocatorio nei confronti dell’impennata dei prezzi dei cd nei negozi e un’ottica che vede il musicista non più come una traccia laser da portarsi a casa, ma come un artista da palcoscenico, un vìs-a-vìs. L’idea della copia privata autorizzata è stata avuta anche da Claudio Cecchetto, produttore di Dj Francesco, che ha venduto allegata al suo ultimo cd “Il mondo di Francesca” un’altra copia, del tutto identica all’originale, allo scopo di scoraggiare la pirateria.

D’altronde, il futuro della musica è da intendersi sempre più in senso “live”: i più validi si vedranno dal vivo, e i dischi serviranno solo per far conoscere al pubblico le canzoni che poi ogni artista potrà presentare in concerto. Allineandosi alle parole di David Bowie, i musicisti della Celtic Harp Orchestra sostengono proprio questo: «Il nuovo millennio vedrà gli artisti nuovamente sui palchi, più di prima, e troverà nei concerti e nel rapporto diretto con il pubblico la sua nuova dimensione. Internet e i supporti laser serviranno soprattutto come biglietto da visita, o come cartolina ricordo dell’evento centrale della vita del musicista: il live».

La Celtic Harp Orchestra è la più grande orchestra d'arpe stabile del mondo. Partendo da un retroterra tradizionale irlandese, decine di arpe celtiche si fanno affiancare da cori, voci soprano, baritono e tenore, oboe, violoncello, contrabbasso, mandolino, flauto traverso, flauto lakota, campane tubulari, pianoforte, sitar e percussioni africane, con il risultato di una musica senza tempo e senza luogo, a volte intima e a volte fortemente orchestrale. Attraverso di essa si rivivono atmosfere da canto liturgico ortodosso accanto a momenti festosi e di danza, panorami da colonna sonora a poca distanza da ballate dolcissime, il tutto senza perdere lo spirito che ha sempre caratterizzato la CHO.

Massimo Giuliano
Massimo Giuliano

Ho collaborato con varie testate cartacee, tra cui Il Tempo e Intercity. La musica è il mio interesse principale: ho recensito cd e concerti per vari siti Internet (NotizieNazionali.net, L'isola che non c'era, Musicalnews.com) mentre oggi sono redattore di IlPescara.it, gruppo editoriale Citynews-Today. Mi sono occupato per anni anche di uffici stampa e comunicazione, collaborando inoltre da esterno con agenzie ed emittenti tv per realizzare servizi ad hoc.