Anno 2005 - WOM - il nuovo paradigma di successo nella comunicazione aziendale
Si riducono i giganteschi budget aziendali a favore di concessionari pubblicitari; il nuovo must per gli operatori di marketing e della comunicazione sarà far si che i propri clienti/utenti/consumtori parlino spontaneamente e positivamente del prodotto/servizio che è stato loro fornito.
Ebbene si, eravamo abituati alla pubblicità e al merchandising oggi c’è il WOM secondo cui è il consumatore in prima persona a diventare in primo luogo il portatore e diffusore di valori, codici, esperienze, conoscenze insomma un vero e proprio “ambasciatore” della marca. A sentirla così in realtà sembra di aver fatto come i gamberi….un bel salto indietro.
Sembrerà un paradosso o solo un ritorno al passato ma non c’è dubbio che il modo di fare azienda e di comunicarla stia sicuramente riprendendo quello antico, quello dei nostri nonni; il modo di fare “business” sta tornando nel suo luogo originario, per le strade, tra la gente ed è nuovamente ad appannaggio del soggetto che ne deve essere principe: l’individuo.
E’ proprio per questo che oggi si parla del WOM – Word Of Mouth o soltanto, per noi italiani, di passaparola.
Cos’è il WOM?
E allora, l’ho già ripetuto diverse volte, il WOM non è altro che il “passaparola” ( a dirla così ricordo la pubblicità di un detersivo…).
In termini più dotti è una forma di comunicazione a due stadi per cui l’azienda lancia diversi stimoli (particolarmente importanti quelli connaturati nel prodotto/servizio principale che siano veramente straordinari) a soggetti anticipatori e mediatori (opinion leader, trend setter, anticipatori, starnutitori secondo Godin) in modo tale che questi li diffondano in un’ottica di marketing virale ai loro contatti personali e non nei momenti e nelle sedi più opportune.
Quando funziona?
Il Wom assume particolarmente efficacia quando il prodotto/servizio non rientra tra gli acquisti di impulso e comunque riguarda bisogni non ovvii e banali ma che invece, per loro natura, comportano una certa fase di ricerca informazioni, valutazione e comparazione. Tirerei fuori dal mucchio anche quei consumi con un forte coinvolgimento emotivo o comunque i consumi edonistici proprio perché per loro natura sono soddisfatti con acquisti diversi da persona a persona.
Per capirci meglio, un esempio: devo comprare un auto e la mia conoscenza del settore è prossima allo zero, non c’è dubbio che sul mio processo di acquisto le opinioni di mio fratello e dei suoi amici che hanno le mani in pasta nel settore praticamente dalla nascita contino più di qualunque altra pubblicità, blog, forum o redazionale che sia.
In modo diverso invece, se dovessi comprare un gioiello o un quadro per la mia casa difficilmente mi farei influenzare dalle opinioni che ho sentito recentemente o dal consiglio che mi è stato dato da un amico.
Quindi Wom: come si sviluppa? Perché? Conto di sviluppare questi aspetti in un prossimo intervento.