Massimo Lopez torna sul luogo del (quasi) delitto
Con la sua pubblicità per Telecom Italia, 10 anni fa, fece epoca: si trattò del primo (riuscito) tentativo – negli anni ’90, e in generale dopo la fine dell’epoca di Carosello – di riportare la “serialità” narrativa all’interno della pubblicità, puntando tutto sulla simpatia e sul sicuro appeal di un noto comico italiano. Fu questo il primo incontro di Massimo Lopez con la pubblicità: un sostanzioso gocciolo di divertimento tanto sottile e garbato quanto, fondamentalmente, valido e incisivo, intrinsecamente dotato di una forza comunicativa che fu subito percepita sia dagli addetti ai lavori che dai consumatori, naturali destinatari del messaggio promozionale di Telecom Italia. E tutto questo, quando i telefonini non erano ancora così diffusi come oggi. Sta di fatto che la famosa “saga” del condannato a morte che, grazie alla telefonata che “allunga” la vita, riusciva a scamparla rimandando di continuo il momento della sua scontata fine, ha fatto scuola ed è diventata un esempio di reclame persuasiva eppure non invasiva, seguito negli anni anche da altri personaggi. Curioso, dunque, notare come Lopez sia ora tornato sul “luogo del delitto” (o quasi, visto che alla fine il famigerato delitto ai suoi danni non si consumava), intendendo per tale posto la pubblicità della telefonia fissa. Che nel frattempo è diventata mobile, con un riferimento ironico alla concorrenza, visto che adesso al centro dell’attenzione non c’è più Telecom, ma uno dei suoi diretti competitor, cioè Vodafone, con la tariffa relativa al cellulare che sostituisce l’apparecchio di casa. Insomma, l’ex Omnitel-Olivetti ne approfitta per proseguire con successo sull’onda del suo restyling di immagine, ormai liberatasi – ed era ora – dell’ingombrante quanto non più efficace figura di Megan Gale, e disposta a disegnarsi una nuova identificazione di brand con vip del calibro di Francesco Totti (insuperabile nel suo ripetere il nuovo claim Vodafone, “Life is now”), Mariagrazia Cucinotta, Massimo Boldi e, appunto, Lopez. Molto simpatico il modo in cui il comico viene introdotto nel meccanismo pubblicitario della nuova campagna Vodafone: rimanda alla circostanza che lo ha fatto entrare nell’immaginario collettivo dei telespettatori, dicendo «E chi mi ammazza?» e guardandosi intorno, subito dopo, con aria circospetta e allarmata, come a controllare che non ci siano gendarmi pronti a fare fuoco. È un deja-vu, una scena già vista, che richiama il famoso precedente di Paolo Rossi che, quando divenne testimonial di Tele + dopo esserlo stato per Stream, pronunciava nello spot una breve battuta per liquidare velocemente il suo cambio di casacca, quasi volesse giustificarsi della propria scelta commerciale: sosteneva, in pratica, di essere passato a Tele + perché si era reso conto che tale pay tv era meglio di Stream (azienda non menzionata direttamente, ma chiamata genericamente «quelli»). Lopez risulta più simpatico, e se vogliamo anche più elegante, perché non fa esplicitamente riferimento alla sua passata esperienza, ma ci riconduce – semmai – alla precedente situazione da lui vissuta all’interno dello spot, come se al limite questa nuova avventura potesse esserne la continuazione. Non solo: riferendosi al suo spavento, minimizza e dice che è «una cosa mia», ma è chiaro che invece si tratta di una cosa “di tutti”, perché i consumatori ben ricordano la scenetta che Lopez sta riportando alla loro mente. Ed è ovvio che, anziché parlare al suo immaginario interlocutore, il bravo Massimo si sta rivolgendo, in realtà, agli stessi telespettatori.