Léopold Sédar Senghor
Léopold Sédar Senghor nacque nel
Intorno agli anni '30 egli si era trasferito a Parigi, dove conduceva gli studi ed assisteva alla formazione di tante avanguardie letterarie ed artistiche, collaborando con altri intellettuali di origine africana. Successivamente intraprese una concreta e brillante attività politica, che lo portò a ricoprire importanti ruoli nella pubblica amministrazione. La sua formazione europea e la conoscenza della lingua francese gli furono di ausilio per diventare membro dell'Assemblea Costituente (1945) e Nazionale (1946) francese e presidente della Repubblica del Senegal (1960). Senghor ha pubblicato anche un''Anthologie de la nouvelle poésie nègre et malgache de langue française' in lingua francese, nonché 'Langage et poésie négro-africaine', 'Liberté I: négritude et humanisme', 'Les fondements de l'africanité ou négritude et et arabité'. Critico letterario, è stato definito 'messaggero celeste'. Senghor è stato avviato, quand'era fanciullo, alla scuola della missione, per cui ha avuto una formazione ed un'educazione cristiana.Durante gli studi effettuati a Parigi, attraversò un lungo periodo di eclissi della fede, come afferma il suo biografo padre Joseph Roger de Benoist, dal quale ne uscì con una fede più matura, rafforzata anche dall'amicizia con un suo coetaneo, Emmanuel Mounier, filosofo del personalismo, e dalla presenza di Teilhard de Chardin, il grande teologo gesuita. Senghor insegnò la lingua francese in un paio di licei, senza tralasciare i corsi universitari di linguistica neroafricana. Scoppiata
1978, ben prima del muro di Berlino). Fatto ancora più strano, è stato il primo capo di stato africano a rinunciare volontariamente alla sua carica, alla fine del 1980. Nessuno ci credeva, perché i leader africani, specie quelli militari, erano sempre aggrappati al timone, anche quando dichiaravano di voler lasciare il comando. Senghor si ritirò, negli ultimi anni della sua vita, in Normandia, terra natia della moglie Colette, nel piccolo Comune di Verson che aveva scelto come sua seconda patria, dove si spense, all'età di 95 anni, il 20 dicembre 2001.
Le Opere
Chants d'ombre (1945)
Hosties Noires (1948)
Anthologie de la nouvelle poésie nègre et malgache de langue française (1948)
Chants pour Naëtt (1949)
Langage et poésie négro-africaine (1954)
Ethiopiques (1956)
Nocturnes (1961)
Liberté I : négritude et humanisme (1964)
Les fondements de l'africanité ou négritude et et arabité (1967)
Elégies majeures (1979)
Le plan du décollage économique (1967)
Lettres d'hivernage (1972)
La parole chez Paul Claudel et chez les négro-africains (1973)
Poesie scelte
Femme nue, femme noire
Femme nue, femme noire
Vêtue de ta couleur qui est vie, de ta forme qui est beauté
J'ai grandi à ton ombre; la douceur de tes mains bandait mes yeux
Et voilà qu'au coeur de l'Été et de Midi,
Je te découvre, Terre promise, du haut d'un haut col calciné
Et ta beauté me foudroie en plein coeur, comme l'éclair d'un aigle
Femme nue, femme obscure
Fruit mûr à la chair ferme, sombres extases du vin noir, bouche qui fais
lyrique ma bouche
Savane aux horizons purs, savane qui frémis aux caresses ferventes du
Vent d'Est
Tam-tam sculpté, tam-tam tendu qui gronde sous les doigts du vainqueur
Ta voix grave de contralto est le chant spirituel de l'Aimée
Femme noire, femme obscure
Huile que ne ride nul souffle, huile calme aux flancs de l'athlète, aux
flancs des princes du
Gazelle aux attaches célestes, les perles sont étoiles sur la nuit
de ta peau.
Délices des jeux de l'Esprit, les reflets de l'or ronge ta peau qui se moire
A l'ombre de ta chevelure, s'éclaire mon angoisse aux soleils prochains
de tes yeux.
Femme nue, femme noire
Je chante ta beauté qui passe, forme que je fixe dans l'Éternel
Avant que le destin jaloux ne te réduise en cendres pour nourrir les
racines de la vie.
(Chants d’ombre, 1945)
Recensione
Il poeta, ammirando la donna africana, non ferma la sua attenzione ai primi moti dell'animo, ma intende scoprirne i segreti e il fascino nella sua 'nera nudità' e, seguendo i suoi impulsi e le sue ricerche, comincia man mano ad accostare la donna alle 'segrete preziosità' che il suo corpo emana, facendo vivere in lei ogni particolare della terra dove ha avuto il primo anelito di vita. Ed ecco la grandiosità del verso poetico a lei rivolto, ma, nel contempo, anche alle bellezze e alle tradizioni della sua terra e della sua gente: 'Fruit mûr à la chair ferme, sombres extases du vin noir, bouche qui fais/lyrique ma bouche/Savane aux horizons purs, savane qui frémis aux caresses ferventes du/Vent d'Est/Tam-tam sculpté, tam-tam tendu qui gronde sous les doigts du vainqueur'. Nell'armonia dell'insieme dei suoni, si eleva la voce grave di contralto, come 'chant spirituel de l'Aimée'. E poi, 'Huile que ne ride nul souffle, huile calme aux flancs de l'athlète, aux/flancs des princes du Mali'. Nella donna, il poeta vede anche la 'Gazelle aux attaches célestes', e le perle che
sono stelle nella notte della sua pelle. E' tutta l'Africa, nella sua attrazione e nei suoi segreti non ancora rivelati, che è viva e presente in lei; la donna Amata e l'Africa vivono insieme, sono un unico misterioso e felice connubio. La poesia si chiude con un canto alla bellezza che passa, lasciando un segno fisso nell'Eternità, prima che il destino geloso non riduca l'Amata in cenere, per nutrire le radici della vita.