L’introduzione del marchio tipico fa crescere territori e paesi
La tipicità paga. La valorizzazione dei piccoli centri attraverso il marchio di tipicità, sviluppato con il progetto di Anci , Res tipica, ha dato i suoi frutti, come dimostrano una serie di indicatori relativi allo sviluppo socio-economico complessivo dei borghi e delle città coinvolte.
Così, si è osservato, a seguito dell’introduzione del marchio di tipicità, un generalizzato aumento dei flussi turistici nei centri interessati, valutabile attorno all’11%. La vitalità del commercio e delle attività ricettive e di ristorazione è cresciuta ad un ritmo ancora più sostenuto (+19%). Complessivamente, in termini di sviluppo economico, il progetto tipicità ha offerto ai territori una crescita media che si aggira intorno al 12%. Un processo che deve ancora manifestare appieno le sue ricadute in termini occupazionali,anche se l’indice percentuale medio di aumento (+5%) non deve essere sottovalutato, soprattutto in un periodo di relativa stagnazione a livello nazionale.
I marchi tipici, insomma, appaiono come dei veri e propri trainer della vitalità economica locale, in grado di valorizzare le risorse presenti sui territori. In grado di attivare quelle energie che, fino a qualche tempo fa, erano ancora latenti, sopite o inespresse. Con i marchi tipici ci troviamo di fronte ad esperienze riuscite di avvio di reali percorsi di sviluppo. Essi sono la dimostrazione della possibilità per i soggetti locali (economici, sociali, istituzionali, culturali), di costruire una nuova forma di sviluppo, capace di mobilitare le risorse, le competenze e le energie territoriali attraverso la costruzione di processi condivisi e cooperativi. I brand appaiono, quindi, degli efficaci strumenti di rivitalizzazione del tessuto locale, in quanto offrono agli attori dei vari centri la sensazione di contare, di avere qualcosa di proprio che viene riconosciuto. Per potenziare ulteriormente il valore della tipicità occorrono più investimenti sui territori (chiesti dal 55% del campione), più iniziative enogastronomiche (44%) e più pubblicità (40%).
NOTA INFO. Indagine con metodologia CATI. Campione di 1776 interviste (su 6847 contatti) tra cittadini, esponenti delle categorie economiche e sindaci. Il campione è stato stratificato per quote. Si suddivide in due sottostrati composti dalla popolazione maggiorenne residente nei comuni campionati e dai rappresentanti delle categorie economiche e produttive dei relativi comuni. Sono state eseguite17 interviste quali-quantitative tra i sindaci delle città a marchio tipico. Data rilev.: 20/07/2006 - 07/08/2006.