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Fabio Volo: “Da grande voglio fare lo scrittore”

16/06/2008 15010 lettori
4 minuti

Fabio Volo è appena tornato in tv con "Italo-americano", ma Comunitazione ha scelto di andare alla scoperta dell'artista bresciano sotto una prospettiva meno nota e più profonda: quella dello scrittore di libri. L'occasione è stata offerta dall'ultima fatica letteraria di Volo: "ll giorno in più".

 

 

 

 

Allora, Fabio, partiamo subito parlando de "Il giorno in più". In questo libro, c’è qualcosa di autobiografico?

“Tutti i sentimenti che racconto sono autobiografici, nel senso che sono sentimenti che ho realmente provato nella vita. Quindi, da questo punto di vista, si può dire che ci sia una matrice autobiografica, ma poi ci costruisco sopra una storia che può non avere riferimenti alla mia vita privata. Io non sono uno scrittore “nascosto”, perché la gente ascolta la mia voce in radio e in televisione. Così, quando qualcuno legge i miei libri, si immagina la mia voce che racconta la storia. Ecco perché in un primo momento volevo che l’io narrante di questo libro fosse una donna! Alla fine, ho deciso che l’io narrante fosse Giacomo (il protagonista maschile, ndr), anche se le cose più importanti le dice Michela (la protagonista femminile, ndr)”.

 

Ritieni che oggi sia necessario interpretare in maniera diversa i rapporti di coppia?

“Sì. Al giorno d'oggi, secondo me, c'è spesso la voglia di conoscere una persona, e di stare con lei, solo per colmare un proprio gap emotivo. Io credo invece nell’indipendenza emotiva. Non è necessario stare tutti sotto lo stesso tetto. Nel libro, Giacomo e Michela inventano il fidanzamento a tempo”.

 

Chiariamo meglio questo concetto.

“La società induce le persone a non potersi esprimere: anzi, le reprime. Quindi si cerca nella coppia una sorta di “ora d’aria”. Ma la coppia non può essere tutto: bisogna anche rincorrere i propri sogni, le proprie ambizioni. Noi siamo portati a seguire un percorso esistenziale in cui, quando troviamo “la donna giusta”, dobbiamo sposarci e fare figli. Io ho trovato donne che erano “giustissime”, ma non era questo il tipo di vita che mi interessava. Oggi sono sereno: mi sveglio di buon umore, senza ansie né stress. E sto bene così”.

 

Tu, insomma, sei un single convinto. Ma ci sono anche molte ragazze single...

“Le cose si sono capovolte: oggi le ragazze single non sono le più sfigate, ma le più interessanti, perché sono quelle che vogliono l’uomo giusto e non cercano una storia a tutti i costi. D’altronde, il problema non è quanto aspetti, ma chi aspetti”.

 

Parliamo del processo creativo: come scrivi i tuoi libri?

“Io sono della generazione del computer, quindi copio e incollo, sposto, scrivo il finale, poi l’inizio, poi la parte centrale. Andrea Camilleri, invece, scrive il libro dall’inizio alla fine, come se fosse una lettera. Io la storia ce l’ho in testa, poi però inizio a scrivere e i personaggi mi portano in giro. Alla fine viene fuori qualcosa di diverso dall’idea iniziale, e questo mi piace tantissimo: è come se diventassi il lettore di me stesso”.

 

Riguardo al tuo futuro nella scrittura, puoi già anticiparci qualcosa?

“Dovrei iniziare un nuovo libro a partire dal prossimo anno, ma non posso dirlo con certezza perché non faccio solo questo, anche se da grande vorrei che quello dello scrittore diventasse il mio lavoro. Mi piacerebbe fare come Camilleri, che si sveglia la mattina e scrive”.

 

“Il giorno in più” è ambientato tra New York e Parigi, che tra l'altro sono le ultime due città che hanno ospitato i tuoi progetti televisivi: Parigi per "Italo-francese", New York per il nuovissimo "Italo-americano". Perchè le hai scelte?

“Perché sono due posti affascinanti. New York ti dà l’idea che possa succedere qualunque cosa da un momento all’altro. I vip girano tranquillamente: a me è capitato di incontrare gente come Lenny Kravitz e Lou Reed. E poi, a New York hai l’impressione di esserci già stato anche la prima volta che ci vai. Parigi, invece, è una donna da conquistare: gli abitanti sono più chiusi, più snob, ma la città è bellissima e vi si respira la civiltà. C’è meno tensione tra la gente, più serenità, più educazione. È vero, però, che a Parigi non ti fanno mai sentire uno di loro come invece avviene a Barcellona: lì, dopo 5 minuti che ci stai, diventi spagnolo!”.

 

Parliamo della tua carriera di attore. C’è chi non ti accetta perché provieni dalla televisione: cosa rispondi?

“E' vero, io vengo dalla tv, ma anche George Clooney, che viene considerato un grande attore, è partito dal piccolo schermo. Questo è un problema tutto italiano. Molti attori ce l’hanno con me perché, in un mercato piccolo e saturo come il nostro, vengo visto come uno che ruba loro il lavoro. Secondo me, oggi nessuno si assume le proprie responsabilità: non ci si chiede in cosa si è sbagliato, si incolpano sempre gli altri. Io non so se sono bravo come attore, ma so che la critica, mentre a volte mi ha attaccato per i miei libri o le mie trasmissioni, non ha mai stroncato i miei lavori cinematografici”.

 

Ma in che modo partì la tua esperienza come attore?

“Alessandro D’Alatri mi chiamò per interpretare il ruolo del protagonista in “Casomai”. Me l’ha chiesto tre volte. Io all’inizio ho rifiutato: non volevo fare cinema. Alla fine mi ha spinto a fare un provino, dicendomi: “Non è per convincere me, ma per convincere te”. Il film andò bene, ed è chiaro che se oggi mi chiama una come la Comencini, sicuramente non vado a dirle di no!”.

 

A proposito, è vero che “Il giorno in più” diventerà un film?

“Sì. Sto scrivendo la sceneggiatura, ma non vorrei né dirigerlo né interpretarlo. Tuttavia, credo che mi faranno recitare, perché altrimenti il film non si fa!”.

Massimo Giuliano
Massimo Giuliano

Ho collaborato con varie testate cartacee, tra cui Il Tempo e Intercity. La musica è il mio interesse principale: ho recensito cd e concerti per vari siti Internet (NotizieNazionali.net, L'isola che non c'era, Musicalnews.com) mentre oggi sono redattore di IlPescara.it, gruppo editoriale Citynews-Today. Mi sono occupato per anni anche di uffici stampa e comunicazione, collaborando inoltre da esterno con agenzie ed emittenti tv per realizzare servizi ad hoc.